Roma, inchiesta sui fondi per il Giubileo: perquisiti gli uffici del Comune
A poco più di un mese dall’inizio del Giubileo, la Procura di Roma scopre un presunto giro di mazzette nell’ambito degli appalti per il rifacimento stradale e che riguarderebbe anche i fondi per l’evento giubilare. Gli uomini della Guardia di Finanza stanno effettuando una serie di perquisizioni negli uffici degli indagati, abitazioni, la sede legale di una banca e anche in Campidoglio e presso la sede di Astral. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal pm Lorenzo Del Giudice, c’è l’imprenditore Mirko Pellegrini. Oltre a lui nel registro degli indagati, con le accuse associazione a delinquere, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture e corruzione, sono finiti a vario titolo cinque funzionari del Comune e due agenti della stradale.
Roma, perquisizioni in Campidoglio. Indagini anche sui fondi per il Giubileo
Come detto, al centro dell’inchiesta ci sono la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione amministrativa di circa 1.500 chilometri di strade regionali, infrastrutture sulle quali avrebbe puntato l’imprenditore Pellegrini. Nel dettaglio su queste strade, secondo la tesi accusatoria, i camion di alcune aziende avrebbero trasportato più materiali edili rispetto al consentito. Oltre a questo in più di una circostanza le aziende riconducibili al manager Pellegrini avrebbero utilizzato materiale scadente, con l’obiettivo di risparmiare. Prodotti che sarebbero stati impiegati nei lavori di via Serenissima, via della Magliana e a piazzale De Bosis.
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L’inchiesta sta facendo luce su Pellegrini che era ufficiosamente proprietario di almeno 15 società, intestate a «teste di legno», ovvero prestanome che sarebbero stati dei semplici firmatari senza potere decisionale. Un espediente che avrebbe permesso a Pellegrini, ritenuto dai magistrati il «dominus» dell’associazione, di distribuire le commesse in apparenza tra diverse imprese, evitando così il rischio di concentrare troppi appalti su un’unica azienda e aggirando eventuali controlli amministrativi. Un altro aspetto dell’indagine riguarda un direttore di Blu banca che avrebbe aperto 170 conti correnti a favore dei prestanome di Pellegrini.