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Roma, spuntano i furbetti del Giubileo. Scontrini da incubo a Prati e San Pietro

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Damiana Verucci
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Allarme prezzi di bar e ristoranti in vista del Giubileo. Le associazioni di categoria sono pronte a stilare accordi con le istituzioni per promuovere piatti tipici della tradizione romana a prezzi calmierati. Ma chiedono un contributo alla Regione. Intanto, nei quartieri più gettonati dai turisti, dal centro fino a Prati-Ottaviano e San Pietro, il semplice cappuccino con cornetto può arrivare a costare, seduti al tavolo, anche più di otto euro. Non nega gli aumenti Claudio Pica, presidente Fiepet Confesercenti che ieri ha preso parte, insieme ad altri rappresentanti di categoria e istituzionali, a un confronto sul turismo degli ultimi tre anni e del futuro, organizzato dal consigliere capitolino Mariano Angelucci, presidente della commissione Turismo.

 

 

«Qualche esercente che se ne approfitta c’è e ci sarà - dice Pica - ma non bisogna generalizzare, piuttosto spingere sul discorso trasparenza, il turista deve sapere chiaramente quanto spende per non avere sorprese ed evitare polemiche». I prezzi sono liberi, questo è chiaro. Ma che ci sia da parte di alcune categorie la corsa ad approfittarsene è abbastanza evidente anche solo andando in giro per il quartiere Prati. Qualcuno, sulla trafficata via Fabio Massimo, pubblicizza due caffè e due cornetti a 9 euro e 60 o 7 euro e 20 sei biscotti a portare via o ancora uova con bacon o frittata, 14 euro. Quasi ovunque ormai, da quelle parti, i panini stanno a 5 euro. Se poi si consuma seduti il prezzo rincara anche di un euro. I menù fissi, invece, hanno subìto rincari medi, negli ultimi sei mesi, del 10% e Pica ammette che «per il Giubileo si potrebbe arrivare a sfiorare il 15% di aumenti». Cosa fare, allora, per evitare che il turista possa avere un brutto ricordo di Roma? «Alla Regione abbiamo chiesto dei contributi per poter calmierare i prezzi - risponde il presidente Fiepet - in questo modo i piatti tipici della tradizione romana potranno subire dei ribassi anche di due euro a portata». E poi, appunto, trasparenza dei prezzi. A cominciare da listini ben visibili all’interno ma anche all’esterno del locale. I rincari, comunque, saranno inevitabili.

 

 

Anche sul fronte dell’ospitalità. Sebbene gli albergatori ricordino sempre che Roma resta tra le capitali europee ad oggi più convenienti per chi viene da fuori, i prezzi di camere d’albergo, b&b e affini, aumenteranno di almeno il 10%. Basta andare su internet e sulle più importanti piattaforme per rendersene conto. I costi di una prenotazione, oggi, rispetto alla stessa prenotazione di dicembre/gennaio, vanno su e c’è da credere che non sia solo per «colpa» del periodo delle feste, anche perché per la Capitale non si tratta in genere di alta stagione, che inizia piuttosto a febbraio/marzo. Ma il Giubileo non è soltanto problemi. Per l’assessore capitolino al Turismo, Alessandro Onorato, «Roma negli ultimi tre anni è arrivata a un livello turistico molto importante, ora però dobbiamo guardare oltre anche perché il turismo è un asset economico fondamentale per fare in modo che la gente abbia lavoro». Guardare oltre, ma prima «finire in tempo tutti i cantieri aperti», si è raccomandato Angelo Di Porto, presidente Assoturismo Roma. E poi, «ricordarsi di chi è il pellegrino, una figura non certo alto spendente - ha sottolineato Francesca Duimich, presidente delle guide turistiche di Confesercenti Roma - in questo senso il piano pullman attuale non funziona, perché contempla ad esempio solo il portatore di handicap in carrozzina, mentre noi accompagniamo spesso tanti turisti con problemi di varia natura e soprattutto anziani». Resta inteso che il Giubileo farà bene, soprattutto in futuro. Stefano Fiori, vicepresidente Federturismo Confindustria, ha ricordato che nel 2025 si stimano 35 milioni di arrivi e una spesa turistica di 17 miliardi.

 

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