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Fontana di Trevi mortificata da tubi e ferraglia: colpo di grazia dopo la "piscina" per le monetine

Martina Zanchi
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Il colpo d’occhio della «nuova» Fontana di Trevi, vuota per restauro in corso e sormontata da quintali e quintali di ringhiere e ponteggi, non è proprio quel che i cittadini si aspettavano di vedere, pur se solo per poche settimane. Anche perché il progetto della passerella pedonale illustrato dal Campidoglio il mese scorso mostrava pareti e corrimano trasparenti (come durante il restauro del 2015, targato Fendi) e non griglie di metallo. Eppure la promessa era chiara: «Il monumento - spiegava il Comune - continuerà a essere visibile per tutta la durata dei lavori, grazie a recinzioni di minimo impatto e il più possibile trasparenti».

 

L’impatto però è tutt’altro che minimo, la trasparenza un’opinione. Fino a ieri sera poi, accanto ai cartelli che indicano l’ingresso alla pedana da via della Stamperia e gli orari di apertura (dalle 9 alle 21 tutti i giorni tranne lunedì e venerdì, a partire dalle 11), campeggiavano persino le immancabili reti arancioni. Se questa sarà o meno la versione definitiva del cantiere lo si saprà questa mattina, al taglio del nastro con il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore alla Cultura Massimiliano Smeriglio e il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, ma la durata del cantiere (circa un mese) lascia pensare che fino a fine anno la Fontana di Trevi, simbolo della Dolce Vita, somiglierà a un comunissimo cantiere edile. Con buona pace dell’estetica già messa a dura prova dalla vasca per il lancio delle monetine, posizionata davanti alla fontana vuota.

«A me le piscinette non sono mai piaciute - ha commentato ieri, con un video sui social, la conduttrice Enrica Bonaccorti - Vi prego, non mi deturpate la Fontana di Trevi». Eppure esempi virtuosi a cui ispirarsi non mancavano. Giochi di luce e di suoni, illustrazioni e chi più ne ha più ne metta. Del resto lo scorso anno Roma ha incantato i delegati di tutto il mondo (nonostante l’esito finale della sfida, che ha consegnato Expo 2030 a Riad) con uno spettacolo di alto valore artistico proiettato sul Colosseo. Ma senza ambire a quei fasti, basta vedere in che modo un marchio di lusso come Louis Vuitton ha camuffato il cantiere della sede di New York, richiamando i suoi iconici bauli. Anche replicare la passerella trasparente montata dieci anni fa da Fendi sarebbe stato un passo in avanti, anche perché i turistici saliranno per avvicinarsi alle statue, girando video e scattando foto che riempiranno i social per mesi.

 

Cosa che - per la cronaca - sta già avvenendo. «Neanche Attila era riuscito a fare tanto», è il commento colorito del consigliere capitolino Marco Di Stefano (Noi Moderati), tra i primi a pubblicare online le foto della passerella montata. Il Campidoglio, però, ha assicurato che la situazione è provvisoria e che a gennaio, per il Giubileo, la Fontana tornerà al consueto splendore. Peccato non si sia almeno riusciti a limitare i «danni», terminando il restauro in meno tempo.

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