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Roma, il viaggio nei tunnel della paura e della vergogna. Bonifica al palo

Martina Zanchi
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Tanti progetti, dichiarazioni d’intenti, delibere e qualche pulizia-spot, eppure i sottopassi di Corso d’Italia e delle vie limitrofe sono ancora in condizioni di degrado assoluto. Domenica scorsa in quello di piazza della Croce Rossa, seminascosto in un’aiuola, una donna di 42 anni è stata stuprata e la sua vita segnata per sempre dalla violenza subìta. L’unico responsabile dell’accaduto è il suo aggressore - un senzatetto marocchino di 39 anni, che è stato arrestato - ma sembra incredibile che, a distanza di una settimana, il sottopasso sia ancora esattamente nelle stesse condizioni di quella terribile notte. Oscurità, cumuli di vestiti, coperte aggrovigliate, bottiglie ovunque e un ammasso di sporcizia impossibile da distinguere, tenendosi a una prudente distanza. Ma a vedere gli altri sottopassi della zona sembra chiaro che quello che è successo in piazza della Croce Rossa potrebbe ripetersi ogni sera, in uno qualsiasi degli altri tunnel.

 

 

Il Tempo li ha controllati tutti e, tranne quello di via Messina, che è stato «tombato» dal Comune quest’estate, gli altri sono nelle stesse condizioni: pieni di immondizia, pericolosi e per lo più «abitati» dai senzatetto. Che per ripararsi da occhi indiscreti hanno appeso teli e lenzuola. Una situazione da anni sotto gli occhi di tutti. Anche della politica capitolina, che infatti negli ultimi tempi ha prodotto diversi atti volti alla riqualificazione dei sottopassi che, però, sono rimasti sulla carta. Il più recente, peraltro, è stato annunciato dopo lo stupro: i consiglieri capitolini Riccardo Corbucci, Yuri Trombetti e la presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli, tutti del Pd, hanno preannunciato una «proposta di delibera per riqualificare i sottopassi della città e metterli a disposizione di attività commerciali». Esattamente un anno fa l’Aula Giulio Cesare ha approvato un’altra proposta di delibera sempre del Pd sulla zona di piazza Fiume che prevedeva, tra le altre cose, proprio la riqualificazione dei sottopassi degradati. Il piano prevedeva la loro riapertura e la messa in sicurezza con nuova illuminazione, oggi totalmente assente, e sistemi di videosorveglianza. Di quel progetto al momento si sono perse le tracce.

 

 

L’ultimo intervento nel quadrante infatti è iniziato a luglio: il dipartimento Lavori pubblici di Roma Capitale sta eseguendo lavori di riqualificazione finanziati con 800 mila euro di fondi del Giubileo, più altri 550 mila comunali, durante i quali però è stato chiuso solo il tunnel di via Messina. Il resto del cantiere, che riguarda l’area della Nomentana nei pressi di piazzale di Porta Pia, prevede la sistemazione dei marciapiedi, della strada e degli attraversamenti pedonali. Ad oggi, quindi, un vero e proprio progetto per tirare fuori i sottopassi dal degrado non esiste, se non nelle buone intenzioni. «Siamo andati a fare un sopralluogo al sottopasso dove si è consumato lo stupro. Ebbene, incredibilmente abbiamo potuto constatare che, oltre alle parole di circostanza, il sindaco Roberto Gualtieri non solo non ha ancora fatto chiudere questo e gli altri sottopassi della zona, ma non è stata nemmeno organizzata una pulizia e una bonifica profonda dei luoghi, immersi nel più totale degrado - dichiara Daniele Giannini, dirigente regionale della Lega - Una cosa inaudita e inaccettabile, uno schiaffo alle vittime di violenza. Altro che strampalati annunci buonisti da figli dei fiori - continua il leghista - Occorre un’azione immediata per interdire una volta per tutte questi sottopassi inutili».

 

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