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Monte Mario, rischio frane: la collina è più fragile dopo l'incendio

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Martina Zanchi
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Corsa contro il tempo in Campidoglio per mettere in sicurezza la collina di Monte Mario dal rischio frana prima della prossima allerta meteo. Dopo l’incendio del 31 luglio, che ha devastato la vegetazione lasciando scoperta un’ampia porzione di terreno, quell’area della riserva già soggetta a fenomeni di «scivolamento» adesso è sorvegliata speciale. Già il 4 settembre, come risulta a Il Tempo, in occasione dell’allerta gialla la Protezione civile di Roma Capitale ha inviato ai cittadini un’e-mail invitandoli a fare attenzione ed evitare di fermarsi con la macchina a ridosso del muro di contenimento, «per salvaguardarle (le auto, ndr) dal possibile dilavamento e caduta materiali in frana».

Ieri mattina, invece, c’è stata una riunione convocata dal sindaco, Roberto Gualtieri, con la Protezione civile, la polizia locale, gli assessorati capitolini ai Lavori pubblici e all’Ambiente e il Gabinetto del sindaco, per mettere nero su bianco le misure da attuare da subito. Dopo aver svolto analisi sullo stato dei luoghi, la preoccupazione - sottolineano dal Campidoglio - si è concentrata sulle giornate di allerta arancione in cui il rischio idrogeologico esistente a Monte Mario risulta più alto proprio a seguito dell’incendio di due mesi fa. E anche se "solo" il 5% del parco è stato danneggiato, l’area bruciata si trova proprio sopra il quartiere. Per questo, richiamando «i recenti eventi di incendio», venti giorni fa la Protezione civile ha inviato un avviso che invitava i residenti, tra gli altri suggerimenti, a «evitare di stazionare nelle aree di pertinenza di fabbricati civili e militari prospicienti la collina» e a informare anche «i responsabili delle strutture non residenziali».

Il messaggio, spiegano Paola De Vecchis e Laura Sodano, delle associazioni Trionfalmente 17 e Insieme 17, «è arrivato direttamente sullo smartphone e poi è circolato sulle chat». Nella riunione in Campidoglio, invece, sono state prese decisioni a breve e medio termine: è stata incaricata un’impresa che realizzerà «a stretto giro» delle opere di contenimento (gabbionate) e sta per partire anche la pulizia dei canali di raccolta. Inoltre, per ricreare velocemente l’effetto contenitivo delle radici, si procederà all’idrosemina: una tecnica che prevede l’uso di sementi e collanti per riportare il suolo alle condizioni pre-incendio. Parte poi l’iter di messa in sicurezza definitiva della collina, che però richiederà anni.

Domani, intanto, nel pratone di via Teulada le associazioni Trionfalmente17 e Insieme17 incontreranno i residenti «per leggere e sottoscrivere l’esposto che sarà consegnato alla Procura della Repubblica, perché indaghi non solo sui possibili autori dell’innesco (dell’incendio del 31 luglio, ndr) ma anche sulle eventuali responsabilità oggettive di chi doveva predisporre piani efficienti per evitare un disastro di tali proporzioni».

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