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Roma, missione segreta e campo rom sgomberato. Gualtieri dà casa ai nomadi

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Martina Zanchi
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La notizia della chiusura del campo nomadi di via Lombroso, 37 anni dopo la nascita a ridosso dell’ex ospedale Santa Maria della Pietà, è arrivata in redazione ieri mattina. Così, per verificare l’informazione ricevuta informalmente, ci siamo recati sul posto scoprendo però che il campo era già praticamente vuoto, senza che se ne fosse saputo nulla. A quanto pare infatti le ultime cinque persone (su 145 abitanti) se ne sono andate ieri male operazioni sono partite almeno due mesi fa, nel totale silenzio delle istituzioni. Eppure si tratta del primo campo chiuso dall’amministrazione Gualtieri e il primo da quattro anni a questa parte, dopo La Barbuta.

Un fatto di indubbio interesse pubblico. A quel punto per risolvere il giallo è iniziata la trafila di telefonate con gli organismi ufficiali, dalla polizia locale all’assessorato capitolino al Sociale, e da quest’ultimo è emerso che lo sgombero (che «non è uno sgombero», precisano, meglio parlare di «superamento») è stato tenuto volutamente sottotraccia per «evitare speculazioni». Evitare in sostanza che giornalisti e troupe televisive, magari di trasmissioni non "amiche", potessero documentare l’accaduto. L’area comunque è stata riacquisita e ora partirà la rimozione dell’enorme quantità di immondizia accumulata, avviando la riqualificazione finanziata con 50 milioni del Pnrr. Nel pomeriggio è stato il sindaco ad annunciare la chiusura del campo. Meglio tardi che mai, vien da dire, visti i mesi di silenzio serbato sullo sgombero in corso. «Oggi è una giornata storica: abbiamo chiuso il primo campo rom, quello di via Cesare Lombroso - ha detto Gualtieri - Per la prima volta nella storia della Capitale questa operazione avviene senza un’ordinanza di sgombero e senza l’uso della forza pubblica». Sono 33 i nuclei usciti dall’insediamento e, di questi, quattro hanno già avuto una casa popolare. Altri nove sono nei residence comunali, ma presto anche loro avranno un alloggio pubblico. Quattro famiglie sono state sistemate in appartamenti per cui, con fondi europei, sarà pagato un affitto alle cooperative. Sei nuclei invece hanno trovato soluzioni autonome. Su 145 abitanti i minorenni erano 57, 11 i disabili, mentre la maggior parte (85) sonodi nazionalità bosniaca; 36 gli italiani e 24 apolidi. Nel complesso, spiega l’assessore al Sociale Barbara Funari, l’operazione è costata 500 mila euro di fondi europei.

Esclusi però i costi della bonifica, ancora da quantificare. Ma se la chiusura di Lombroso era urgente, visto che l’area è inclusa nel Piano urbano del Santa Maria della Pietà, che va portato a termine entro giugno 2026, per quelli di Candoni, Castel Romano, Salone, Salviati e Gordiani la chiusura non è in vista. «Lombroso doveva chiudere a novembre, abbiamo risparmiato due mesi commenta l’assessore Funari - sugli altri inizieremo le valutazioni caso per caso». Per gli ex abitanti, intanto, partiranno la regolarizzazione dei documenti, tirocini formativi e anche il monitoraggio della frequenza scolastica. «Il campo sarà trasformato in un bosco urbano ha detto il sindaco-Saranno piantati 145 alberi e sarà collegato al parco del Santa Maria della Pietà». Tra meno di due anni il complesso dell’ex ospedale dovrebbe infatti cambiare volto, con spazi dedicati a sport e benessere. Container e degrado saranno finalmente un ricordo lontano.

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