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Fontana di Trevi a pagamento, Maurizio Battista: "Prima farei pagare a tutti bus e metro"

Fabrizio Finamore
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Overtourism, gestione dei flussi turistici in una capitale come Roma che ospita milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo e soprattutto l’idea di rendere fontana di Trevi a pagamento.Si parla sempre più spesso di questi temi, ma come la pensano a riguardo i comici romani DOC? In particolare non è la prima volta che la celebre fontana è al centro degli spunti dei comici, basti ricordare la celebre scena di Totò truffa ’62 con il fantomatico cavalier ufficiale Trevi che si accorda per vendere la sua famosa fontana. Ma quella di oggi è più una questione di accessi, della possibilità di far pagare un ticket per visitare uno dei monumenti a cielo aperto più belli di Roma. Generalmente su molte scelte politiche e organizzative che riguardano la Capitale, Maurizio Battista è sempre sarcastico.

 


 

«Alcune scelte organizzative anche del passato su Roma proprio non le capisco ci ha detto il comico romano. Su questa idea poi mi chiedo: non riusciamo da anni, o riusciamo con enormi difficoltà, a far pagare i biglietti della metropolitana, come facciamo ora a far pagare un biglietto per vedere la fontana? Allora dovremmo far pagare tutto? Anche volendo mi sembra davvero difficile farlo, ma come fai? E poi un accesso riservato per i romani? Davvero con la loro scena Totò e Nino Taranto che volevano vendere la fontana sono stati dei precursori». «Questa città- continua Battista - ha già i suoi problemi di cui dovremmo preoccuparci a cominciare da quelli di biciclette e monopattini... In particolare con i monopattini ormai è un caos totale, hanno permesso la circolazione di vere e proprie mine che camminano per Roma».

 

 

E così da prossimo protagonista del film "Tu quoque" che parla proprio di Roma, anzi... dell’antica Roma, maurizio Battista conclude: «A volte ho l’impressione che nel 44 avanti Cristo quando c’era Giulio Cesare, Roma era molto più organizzata di oggi, anche in tema di ZTL, spesso non siamo riuscirti a migliorarla ma a peggiorarla. Il turismo altrove è organizzato in ben altro modo, guarda città come New York: i newyorkesi hanno molto meno da far vedere, ma quello che hanno lo esaltano. Possibile che alcune città che hanno tanto meno di noi da mostrare al mondo alla fine hanno più turisti? La nostra Roma spesso non sembra essere una città organizzata per essere una grande città turistica. Eppure non ci vuole tanto, io dico: usiamo bene quello che abbiamo che non è affatto poco».

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