minisindaco

Ostia, il giallo del minisindaco appartato in pineta. Falconi nega, il caso arriva in Parlamento

Massimiliano Gobbi e Giustina Ottaviani

«Non vado ad amoreggiare in pineta da quando avevo 20 anni e non ci sono più tornato perché venni aggredito mentre mi trovavo con la mia fidanzata di allora. Sono pronto a querelare chi diffonde fake news». Il minisindaco di Ostia Mario Falconi nega «lo scandalo» ed è pronto a difendersi in ogni sede per difendere la sua onorabilità «che qualcuno vuole infangare. Nessuno mi ha beccato in auto tra i pini semplicemente perché questa storia è del tutto inventata». Questa, in sintesi, la sua versione del sexygate che in piccolo ricorda la vicenda dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano e di Maria Rosaria Boccia. Ma andiamo con ordine.

Da giorni nei corridoi del Palazzo del Governatorato di Ostia si mormora di due noti personaggi trovati «infrattati», per dirlo alla romana. Poi i «personaggi» diventano «politici», «pubblici», fino a quando le "malelingue" iniziano a fare due nomi. Il 12 settembre, poi, il sito internet dell’associazione «Laboratorio di Urbanistica, LabUr», prende e pubblica i nomi del presidente del Municipio Falconi e di una signora che sarebbe «vicina» al Partito Democratico. Se, e ripetiamo se, ciò fosse vero, sarebbe solo una questione di gossip. Del resto ognuno è libero di amoreggiare dove e con chi vuole.

  

Ma c’è un però. Alcune testate giornalistiche scrivono che il presidente sia stato "pizzicato" dagli agenti in un’area in cui non avrebbe potuto parcheggiarsi con l’auto. E qui il discorso cambia. Ma è anche qui che questa storia si tinge di giallo con il mistero del verbale: se l’auto fosse stata in sosta vietata o comunque in un luogo interdetto, dovrebbe essere stata multata. A meno che non ci sia stata un’omissione di atti d’ufficio.

A dire che non esiste alcun verbale è proprio Falconi: «Ho chiamato (ieri, ndr) il comandante della polizia municipale di Ostia a cui non risulta nulla da parte dei suoi uomini - spiega a Il Tempo - Se qualcuno pensa di intimorirmi per farmi gettare la spugna, non mi conosce bene. Mai avrei pensato a tanta schifezza».

Voci «farneticanti e false», le definisce ancora Falconi, che hanno fatto scatenare l’opposizione che lo accusa di «aver coinvolto un’attivista piddina» nella politica attiva del Municipio, pur non avendo alcun «incarico ufficiale». E qui i parallelismi con la vicenda Sangiuliano. «Al di là delle voci su un rapporto personale - affermano Pietro Malara e la capogruppo della Lega Monica Picca- vogliamo sapere se la donna è formalmente parte dell’organico del Municipio e se ha realmente partecipato a riunioni di giunta o incontrato comitati e associazioni per conto del presidente».

Ma anche su questo il presidente del X Municipio nega. Sul caso la Lega ha annunciato di voler presentare un’interrogazione parlamentare, mentre Fratelli d’Italia ha già convocato per venerdì 20 settembre una riunione della Commissione Controllo e Garanzia, chiamando Falconi a dare spiegazioni. L’obiettivo è verificare eventuali violazioni della privacy e del trattamento di dati sensibili.