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Roma, giornata da incubo dopo la bomba d'acqua e l'inutile allerta meteo

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Martina Zanchi
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Ancora una volta la Capitale è finita sott’acqua. E la colpa non è del «downburst» o del cambiamento climatico ma, con tutta evidenza, di un sistema di drenaggio stradale che non regge, tantomeno se manca la manutenzione. La scorsa settimana, dopo un violento temporale che ha visto cadere circa 80 millimetri di pioggia in centro, tecnici e assessorati riuniti in tutta fretta dal sindaco in Campidoglio hanno allontanato da Roma Capitale ogni responsabilità su un disastro che ha visto 180 interventi per alberi e rami crollati e un centinaio per allagamenti, sostenendo che la manutenzione di tombini e caditoie è stata effettuata sull’«80% delle strade di viabilità primaria». Nessun cenno a quelle municipali, che peraltro non ci risultano far parte di un altro Comune.

 

 

Un esempio è via di San Giovanni in Laterano, dove domenica sera, come dimostra il video pubblicato dai gestori del locale «Coming out», il livello dell’acqua in strada ha costretto i clienti a sedersi sopra i tavoli e i camerieri a riacciuffare fioriere e sacchi dell’immondizia. «Non ne possiamo più, ogni volta che piove succede questo - hanno scritto sui social -. Se ci leggete, mandate qualcuno a sturare i tombini». Disagi anche per gli edifici pubblici, come nel Municipio III. «Negli uffici di piazza Sempione siamo senza luce e si è allagata tutta la sala del Consiglio», ha scritto sconsolato il presidente Paolo Marchionne su Instagram, avvisando i cittadini. Ma gli allagamenti si sono verificati soprattutto nel quadrante est, con garage e seminterrati finiti sott’acqua, e in zona Appia Pignatelli, Anagnina, Furio Camillo e Ardeatino, richiedendo un centinaio di interventi della polizia locale e 150 dei pompieri. Di fronte all’allerta meteo arancione, diramata domenica dalla protezione civile regionale, il Campidoglio ha reagito invitando i cittadini a evitare ponti e sottopassi e a stare alla larga dai parchi e persino dalle strade alberate. Cosa piuttosto complicata visto che, secondo il censimento comunale del 2022, ci sono circa 126 mila alberi solo nelle aiuole o a bordo strada.

 

 

In effetti però l’allarme è stato lanciato a ragion veduta, perché ieri i crolli hanno causato grossi problemi alla viabilità. In via del Foro Italico è stata ridotta la carreggiata tra via dei Campi sportivi e via Salaria, per un albero caduto in direzione San Giovanni. Per lo stesso motivo via Appia Pignatelli è stata chiusa da vicolo della Basilica a via Appia Antica. Un altro albero è precipitato su via Appia Nuova, all’altezza di via Adria, poco distante dalla fermata metro Ponte Lungo. Chiuso per allagamento invece il sottopasso di via Appia, tra il Raccordo anulare e Ciampino, e sono state interdette le rampe di via Laurentina e via del Tintoretto, direzione via Ardigò e via delle Tre Fontane. Ad aggravare la situazione si è aggiunto lo stop di tutte le linee metro da ieri mattina alle 8.30 a causa dello sciopero dei trasporti. Chiusa anche la Termini-Centocelle, che però è ripartita in mattinata. Disagi, questi, che non dipendono dal Comune. Magari però avrebbe evitato una certa confusione alla viabilità già congestionata l’avere avvisato in anticipo della riapertura temporanea di parte della carreggiata in piazza della Repubblica. Da domenica notte, infatti, un tratto di via Vittorio Emanuele è tornato transitabile in entrambi i sensi di marcia: da piazza della Repubblica si può raggiungere Galleria Esedra in direzione piazza San Bernardo e svoltare in via Parigi. Allo stesso modo, da piazza San Bernardo si può svoltare su via Parigi o proseguire verso Termini, attraversando piazza della Repubblica. Questo, a quanto pare, solo temporaneamente, in attesa delle prossime modifiche.

 

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