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Roma, Giubileo con l'incubo immondizia. Ama spera nei privati

Martina Zanchi

Nell’anno che verrà, che poi è quello del Giubileo, la Capitale non può permettersi di esibire davanti a trenta milioni di pellegrini cassonetti stracolmi e immondizia per strada, magari durante le festività natalizie. È questo infatti il periodo in cui è quasi scontato un rallentamento della raccolta, a meno di non «convincere» i netturbini ad andare a lavorare a suon di paghe extra e benefit. Ma stavolta Ama ha deciso di aprire i cordoni della borsa e, di fatto, esternalizzare parte del servizio ricorrendo a ditte esterne per tutto il 2025. La spesa prevista è di 12,3 milioni - ma si potrà arrivare a 15,6 con eventuali «addendum» - importo alla base del nuovo bando in due lotti appena pubblicato dalla municipalizzata e contro il quale i sindacati promettono le barricate. In sostanza le aziende dovranno mettere a disposizione equipaggi con mezzi a vasca e compattatori da spedire a rimuovere i rifiuti indifferenziati quando se ne presenterà la necessità, ma in particolare - come si legge nel capitolato- la domenica, i festivi e nei 75 giorni «in cui si concentrano i principali eventi giubilari».

Ama prevede di chiedere alle ditte un massimo di 495 interventi al giorno e ha stilato anche un calendario delle date in cui, dal 22 dicembre prossimo e fino al 28 dicembre 2025, le squadre di supporto dovranno essere pronte a partire. Ci sono ovviamente occasioni come il Giubileo dei Giovani, degli Ammalati e delle Confraternite, ma a ben vedere si tratta per lo più di domeniche e festività. Proprio i giorni in cui si fa fatica a trovare netturbini disponibili a lavorare e i cassonetti si riempiono all’inverosimile. Lo scorso anno l’azienda ha tentato la strada dei «fringe benefit», ovvero buoni per carburante e acquisti online con cui retribuire i dipendenti per il lavoro svolto sotto Natale e Capodanno. Convinti della bontà della proposta, ben 2.400 operatori (su un fabbisogno stimato tra 2.300 e 2.500) avevano aderito all’accordo sindacale, che peraltro non era stato firmato dalla Cgil. «E avevamo ragione - dice oggi Giancarlo Cenciarelli - visto che i buoni sono stati erogati a giugno». Sei mesi di attesa per riceverli e quest’anno il rischio flop è troppo alto. Così - fino a nuovo ordine - i «fringe benefit» sono tornati nel cassetto. Ma a quanto pare Ama per adesso non ha sondato la possibilità di nuovi accordi interni e questo rischia di far saltare i rapporti sindacali, almeno con alcune sigle. «A pochi mesi dal Giubileo, malgrado le richieste di incontro effettuate da ultimo a maggio, l’azienda ha preferito ritardare l’apertura del tavolo sindacale precostituendo percorsi unilaterali che guardano alle esternalizzazioni e ad assunzioni precarie a tempo determinato - commenta Cenciarelli - Se Ama non sospende queste decisioni e non riattiva corrette relazioni industriali, ascoltando chi rappresenta i lavoratori, si avvierà verso un disastro annunciato proprio in concomitanza con l’evento giubilare, che porrà la città ancora di più al centro dell’attenzione di tutto il mondo».