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Roma, sul concorso dei vigili urbani è tutto da rifare

Attilio Ievolella
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Si riaprono i giochi per la graduatoria definitiva del concorso, bandito nell’aprile del 2023, per l’assunzione, da parte del Comune di Roma, di ben ottocento istruttori di Polizia locale. I giudici del Tar Lazio hanno difatti accolto le obiezioni sollevate da tre candidati – due donne e un uomo – esclusi per non avere sostenuto la prevista prova fisica, prova di cui avevano chiesto il differimento, ottenendo però il "niet" dell’amministrazione capitolina. I magistrati amministrativi hanno ritenuto non accettabile la presa di posizione del Comune di Roma e hanno sancito il diritto dell’uomo e delle due donne a sostenere finalmente la prova fisica. Per meglio inquadrare la vicenda, è necessario tenere presente che, bando alla mano, il concorso ha previsto l’effettuazione di una prova preselettiva (un test da risolvere in 60 minuti, composto da 40 quesiti a risposta chiusa su scelta multipla), poi una prova scritta (40 domande con risposta chiusa su scelta multipla e della durata di 60 minuti), una prova di efficienza fisica e una prova orale (consistente in un colloquio interdisciplinare sulle materie oggetto della prova scritta e sullo Statuto e Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi di Roma Capitale e mirato anche ad accertare la conoscenza della lingua inglese e delle informatiche tecnologie più diffuse).

 

 

Centrale per la vicenda giudiziaria è stata la sottoposizione dei candidati alla prova di efficienza fisica, prova tesa a verificare il possesso dell’idoneità fisica all’impiego e consistente in una corsa di 800 metri piani da compiersi nel tempo massimo di quattro minuti, in un salto in alto di una altezza di 100 centimetri da superarsi in un massimo di tre tentativi, in dieci piegamenti sulle braccia al suolo continuativi entro due minuti, per gli uomini, e consistente in una corsa di 800 metri piani da compiersi nel tempo massimo di cinque minuti, in un salto in alto di una altezza di 85 centimetri da superarsi in un massimo di tre tentativi e in sette piegamenti sulle braccia al suolo continuativi entro due minuti, per le donne. Ai tre candidati che hanno portato il Comune dinanzi ai giudici del Tar Lazio è stato concesso, a fronte di accertati problemi di salute, solo un primo differimento della prova fisica, mentre è stato negato il secondo differimento, nonostante certificazioni mediche atte a dimostrare la loro temporanea impossibilità di sostenere determinati sforzi.

 

 

Difatti, la prova fisica, come da bando di concorso, si è svolta il 12 gennaio 2024 (con sessione di recupero il 30 maggio 2024) nello stadio Pasquale Giannattasio di Ostia. Per i giudici del Tar Lazio, però, l’esclusione dei tre candidati – tutti capaci di superare anche la prova orale, peraltro – è da ritenere illegittima, poiché il Comune di Roma ha negato il differimento della prova di efficienza fisica, pur a fronte di acclarati motivi di salute, nonostante esso fosse oggettivamente compatibile con i tempi di espletamento della procedura concorsuale e non potesse comportare significativi aggravi organizzativi e finanziari a carico dell’amministrazione. Tirando le somme, i tre candidati potranno finalmente sostenere la prova fisica e ottenere la loro posizione nella graduatoria finale del concorso, con la prospettiva e l’obiettivo di ottenere l’assunzione da parte del Comune di Roma.

 

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