Roma, vietato morire ad agosto. Stop alle cremazioni
I romani anche da morti non hanno diritto alla pace. La loro condanna è l’attesa, pure quando sono chiusi dentro una bara. Senza distinzioni tra chi ha il feretro di mogano e coloro che sono sigillati dentro quello di noce. Devono aspettare che i lavoratori del cimitero Prima Porta smaltiscano la coda per la cremazione. Raggruppati all’interno delle due camere mortuarie del cimitero capitolino. Stanzoni dove le bare, a causa delle temperature estive, trasudano letteralmente sangue. Luoghi in cui il silenzio è sfidato dal ronzio delle mosche attratte come calamite dai miasmi. «Durante l’anno ogni giorno in questo cimitero - ci raccontano fonti qualificate - vengono cremati circa 65 cadaveri. Ad agosto, in particolare nelle settimane centrali i numeri sono crollati: 30 cremazioni quotidiane al massimo. E in un’occasione : zero». Le motivazioni dietro questo rallentamento sono molteplici, ma la principale è «rappresentata dal fatto che al Verano non vengono evase le pratiche, oltre al mancato potenziamento del forno crematorio». Intanto i feretri si accumulano, disposti su tre file e sorretti da impalcature in ferro. «Sono circa un migliaio i morti - specificano le nostre fonti - che stanno aspettando il proprio turno».
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E sono gli stessi catafalchi a documentarlo. Ognuno di questi è corredato da un foglio. Nella maggior parte dei casi il documento recita «salone per la cremazione 10 agosto», in molti altri si legge «12 agosto». E poi ci sono quelli che hanno «perso» la data di fine pratica perché coperta dal loro stesso sangue. Liquido che finisce sul grigio pavimento degli stanzoni e che viene combattuto con litri di cloro e spazzoloni dai dipendenti della ditta alla quale Ama ha appaltato il servizio di cremazione. A congestionare le due camere mortuarie del Flaminio (il campo santo più vasto d’Italia) ci sono pure i cadaveri in attesa di trovare posto in un loculo (un centinaio circa), ma in questo caso la responsabilità potrebbe essere interamente dei familiari che non l’hanno acquistato.
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Sul rallentamento delle pratiche crematorie è intervenuta la portavoce del comitato cimiteri Flaminio, Prima Porta, Verano e Laurentino, Valeria Campana: «Come Comitato siamo all’ottavo anno di denuncia. Dato che qualifica e quantifica la conta di lacrime dei cittadini che vorrebbero serenamente deporre a dimora eterna i propri cari ma non possono perché ciò che dovrebbe essere un automatismo silenzioso e rispettoso si scontra con l’amministrazione capitolina e con la poca attenzione del peggiore assessore all’Ambiente di Roma (Sabrina Alfonsi, ndr) capace di far scrivere numeri a bilancio preventivo che non sono mai diventati, in questi tre anni di mandato, soldi veri erogati alla propria municipalizzata (Ama, ndr) per gli investimenti emergenziali da fare, inclusi personale e struttura per le cremazioni». Ma non è finita qui: «Per dignità abbiamo smesso di cercare contatto con l’assessorato dopo le pec cadute nel nulla, attendiamo- aggiunge Campana - fiduciosi un cenno di attenzione dal Campidoglio o dal prossimo assessore». Infine l’invito per «un incontro al cimitero Flaminio dove accompagneremo noi le istituzioni a constatare quanto denunciamo».