via alternativa

Roma, Rampelli indica la via: “Sui clochard Gualtieri è confuso. Piccoli centri in tutta la città”

Martina Zanchi

Distribuire i servizi su tutto il territorio, garantendo ai senzatetto sistemazioni dignitose «che non sono le tensostrutture», sottolinea il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, illustrando le linee guida della nuova legge a cui sta lavorando Fratelli d’Italia.

Onorevole Rampelli, la tensostruttura a Termini sembrava irrinunciabile, poi qualcosa è cambiato.
«Sarebbe stato assurdo spendere milioni per riqualificare piazza dei Cinquecento e poi vanificare gli sforzi esibendo i senza fissa dimora davanti agli occhi del mondo, in una sistemazione tutt’altro che decorosa. Dopo nostre forti insistenze c’è stato un ripensamento: non ci sarà una tensostruttura ma un’altra forma di sostegno e in una collocazione diversa. E questa è la buona notizia. Quella meno buona è che non è risolto il problema di come trattare dignitosamente i senzatetto, che si sposteranno di poche centinaia di metri».

  

 

 

Ora infatti sono i residenti di San Lorenzo a essere arrabbiati, e altre tre tende apriranno in altrettante zone della città. Possiamo dire che quella trovata è una soluzione a metà?
«Semplicemente non è una soluzione, eppure c’erano fondi sufficienti per programmare diversamente l’accoglienza delle persone fragili, in vista del Giubileo. Credo che l’approccio migliore sia quello individuato diversi anni fa, quando con Alleanza Nazionale ci siamo confrontati con monsignor Luigi Di Liegro, allora direttore della Caritas. Ovvero distribuire l’accoglienza in tutta la città con piccoli centri verso cui indirizzare i senza fissa dimora. Le grandi stazioni come Termini, invece, potrebbero essere idonee per censirli e dislocarli altrove. Questo consentirebbe di mitigare l’impatto sociale dell’accoglienza, evitando la concentrazione dei servizi nelle stesse zone, e di far sentire i cittadini più tranquilli».

Però secondo il Campidoglio se i centri non si facessero presso le stazioni, i clochard non ci andrebbero.
«All’epoca l’unica preoccupazione di monsignor Di Liegro era che la Caritas non aveva fondi sufficienti per sostenere da sola le misure necessarie.
Ad oggi non mi risulta che ci sia carenza di risorse né di spazi. Io penso che, nonostante non l’abbia mai detto - ma tre indizi fanno una prova - la sinistra abbia in mente di trasformare la riva sinistra del Tevere e in generale questo quadrante della Capitale in un hub dell’accoglienza. Questo non è accettabile, perché invece vi è racchiusa l’identità culturale italiana, oltre a quella della Città eterna, è tra risorse ministeriali e giubilari il nostro biglietto da visita».

 



L’onorevole Federico Mollicone ha annunciato una legge sui clochard. Può dirci qualcosa di più?
«È un testo a cui sta lavorando Fratelli d’Italia e che si ispira proprio al principio dell’equa distribuzione dei servizi e del basso impatto sociale dell’accoglienza. Questo per chi è già sul territorio nazionale. Per noi resta fondamentale il contrasto all’immigrazione irregolare, favorendo invece quella che segue canali legali, e la guerra ai trafficanti di esseri umani portata avanti in collaborazione con i Paesi del Nord Africa».

Da una parte le tensostrutture, dall’altra la cancellata che il Comune installerà in viale Pretoriano. Che ne pensa?
«Direi che navigano a vista, non hanno una filosofia di fondo nella gestione del fenomeno, fanno finta solidarietà e poi alzano cancellate. Dunque non riescono a offrire a queste persone una soluzione dignitosa né a garantire decoro e legalità».