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Stadio della Roma, sgomberi a Pietralata. "Siamo terrorizzati", residenti in lacrime

"Io sono praticamente nata qui, sono cresciuta qui con i miei nonni dal lunedì al venerdì mentre i miei genitori lavoravano. Precisamente il primo insediamento della mia famiglia su questo terreno è del 1919 con la prima campagna di ripopolamento della campagna romana. Lo stato diede queste terre a orfani e reduci della prima guerra mondiale, compreso il mio bisnonno". Fabiana Ciciriello non riesce a trattenere le lacrime, nel ricordo di una vita che affonda le sue radici insieme a quegli ulivi e alberi da frutto che popolano la sua terra, la terra dove è cresciuta, dove la sua famiglia da quasi un secolo coltiva e fa crescere frutti e figli. Un angolo di verde a Pietralata, incastrato nel quadrante est di Roma. Ma in quell'angolo, nel prossimo futuro, dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, e per questo motivo Fabiana e la sua famiglia, a oggi, sono state costretti ad uscire da quel terreno da parte del Comune, che ha dato il via alle operazioni di sgombero delle due abitazioni di via degli Aromi, una delle aree interessate dalle prossime indagini necessarie ad aprire i cantieri per il nuovo impianto sportivo. "Qui ci sono stati i miei bisnonni, nonni, mio padre e poi io. Quello che noto è che c'è un contrasto tra due sentenze: una che ci ha riconosciuto il possesso e una che invece dice che non abbiano titoli per stare qui. Ci fa male questa cosa, gli atti presentati dimostrano che noi siamo qui dagli anni '50, la posizione non è abusiva. Abbiamo fatto richiesta di usucapione, nel 2022 abbiamo fatto richiesta di mediazione che è un atto precedente all'usucapione con il quale cerchi prima un accordo con la parte e poi procedi per la richiesta di usucapione. Siamo disperati, c'è un legame tra la mia famiglia e questa terra. Abbiamo proposto di fare un parco educazionale per i bambini ma nessuno ci ha ascoltato, noi siamo terrorizzati perché io non ho un'altra casa", racconta Ciciriello.

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