Roma, taxi d'oro: aumenti in arrivo per le tariffe. C'è la corsa breve ma costa 9 euro
Si alzano le tariffe dei taxi a Roma mentre sul bando previsto per la fine di luglio, che dovrebbe aumentare di mille unità il numero delle macchine in circolazione, c’è ancora incertezza: i titolari delle auto bianche attendono l’incontro di oggi con l’Amministrazione per definire il tutto. Nel frattempo, però, via ai rincari. O, come ci tengono a precisare le categorie, agli adeguamenti delle tariffe. Sempre di aumenti in vista del Giubileo, tuttavia, si tratta e a guardare quelli che girano a modo di indiscrezione, sarebbero ragguardevoli. Specie per chi il taxi lo prenderà da «fermo». L’idea è infatti quella di introdurre la tariffa minima per chi non farà tanta strada in modo da disincentivare le corse troppo brevi, che per i tassisti rappresentano una bella scocciatura. I percorsi brevi costeranno 9 euro e andranno a sostituire la quota minima di partenza da 3 euro.
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Aumentano le corse dalle mura aureliane a Fiumicino e Ciampino: da 50 a 55 euro le prime, da 31 a 40 euro le seconde. Verso il rincaro anche le corse nei giorni feriali dalle 6 alle 22: da 3 a 3,5 euro per le diurne, da 7 a 7,5 euro per le notturne. Guai però a parlare di rincari, per i tassisti. «Sono cifre che circolano ma che ancora non abbiamo definito - dice Angelo Mele dell’Ang Lazio -. Non si tratta di un aumento ma di una revisione del calcolo delle tariffe, che sono 15 anni che non vengono ritoccate e questo mi sembra che non lo dica nessuno. Anche per la tariffa minima di cui tanto si parla, questa è prevista per un certo tempo o per determinati chilometri». L’aumento complessivo delle tariffe, incalza Nicola Digiacobbe della Cgil Taxi Roma, sarebbe molto più contenuto rispetto a quanto si dichiara: «Si parla di un 12 per cento in più e per quanto riguarda lo scatto alla partenza bisogna considerare che nel momento in cui una persona prende un taxi paga in qualche modo un contributo alla macchina, al tempo di sosta, alla benzina. Il principio è 9 euro se devi fare un percorso fino a 2 chilometri, dico per dire un chilometraggio che deve essere ancora fissato, ma pago la stessa cifra anche se il percorso mi diventa di 5 chilometri».
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I tassisti non vogliono diventare i “tappabuchi” di un sistema di mobilità pubblica che fa acqua da tutte le parti. E come metro di giudizio prendono il costo del biglietto dell’autobus che rincarerà da 1,50 a 2 euro. «Se questo l’Amministrazione decide di aumentarlo del 33% va bene, ma se ritocca le tariffe dei taxi apriti cielo? - lamenta Riccardo Cacchione dell’Usb Taxi - l’aumento previsto non sarà neanche quello dell’Istat, pari al 15%. Le ricordo che il regolamento comunale, nella delibera 100, stabilisce che annualmente debba essere fatto questo aggiornamento. Bene, l’ultimo risale a maggio del 2021 ed è stato pari al 3%, lo scatto iniziale è invece fermo da maggio del 2023». E sul bando per le licenze? «Il Comune ha voluto fare il jolly - risponde ancora il rappresentante Usb - mettendo da una parte le licenze e dall’altro l’adeguamento delle tariffe. Per noi oggi non c’è bisogno di queste licenze perché il problema più generale è quello della mobilità». E se io aspetto un taxi 15 minuti o anche di più a Termini o a Largo Argentina o ancora a piazza Venezia «è assolutamente normale, perché dipende dai giorni e dagli orari, a volte i taxi sostano nelle aree tempi molto più lunghi senza che nessuno li chiami. Siamo disposti ad affrontare il problema carenza di macchine ma con misure contingenti e al momento, non in modo permanente come vorrebbe fare l’Amministrazione».