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Roma, la tendopoli del Campidoglio ci costa 5 milioni. Favelas Giubileo

Martina Zanchi
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Non solo le quattro tensostrutture per i clochard saranno allestite a ridosso delle principali stazioni ferroviarie - come stabilito in un’ordinanza del sindaco, Roberto Gualtieri, nonostante le proteste dei cittadini - ma il Comune di Roma è pronto a sborsare un milione di euro per comprarle, più altri quattro per garantirne la gestione da affidare tramite un bando che uscirà nei prossimi giorni. Così, invece di essere solo una risposta all’emergenza, i tendoni sembrano ormai diventati una soluzione «strutturale» per l’accoglienza degli emarginati. Gli aggiornamenti sono arrivati ieri, durante la commissione capitolina congiunta Giubileo e Politiche sociali in cui è intervenuta l’assessore Barbara Funari. In totale, quindi, le tensostrutture costeranno alla collettività circa cinque milioni per l’anno 2025 e per i primi tre mesi dell’anno successivo, visto che saranno aperte da dicembre 2024 fino a marzo 2026, 24 ore su 24. E oltre alle tende, che ospiteranno 70 senzatetto ciascuna, ci saranno blocchi di docce e bagni chimici. Il tutto nei pressi di stazioni da cui transitano centinaia di migliaia di viaggiatori ogni giorno, un flusso che durante il Giubileo non potrà che aumentare.

 

 

Da tempo però, nonostante le accese proteste dei residenti del quadrante Esquilino, Monti e Castro Pretorio, non si parla più di delocalizzare l’accoglienza dei clochard in altre zone della città per decongestionare aree già critiche. Eppure qualche mese fa, accogliendo questa istanza, il Campidoglio aveva pubblicato un bando per provare ad aprire centri d’accoglienza in tutti i quartieri della Capitale. Tentativo piuttosto timido, per la verità, che infatti è fallito dato che a rispondere è stata solo la Croce rossa. Proponendo, peraltro, un suo centro già attivo che verrà semplicemente rifinanziato. La stessa associazione aveva ipotizzato che, alla base del flop della gara, ci fosse la richiesta fatta dal Comune agli enti del terzo settore di mettere a disposizione non solo il personale ma anche i locali in cui allestire i dormitori. Non tutte le associazioni, ragionava Croce rossa, dispongono di spazi adatti. Nel frattempo il progetto di aprire un centro d’accoglienza fisso a Pietralata, finanziato con 5,2 milioni di fondi giubilari, è stato modificato in corsa destinandolo a ospitare non più clochard, bensì fino a nove nuclei familiari in difficoltà. È naufragata anche l’ipotesi di individuare spazi disponibili all’interno dell’immenso patrimonio immobiliare del Comune. Così, a sei mesi dall’inizio dell’Anno Santo, resta solo la strada delle tensostrutture vicino alle stazioni, dove già normalmente i senzatetto tendono a concentrarsi. Quindi a Termini ma con ogni probabilità anche alle stazioni Ostiense e Tiburtina.

 

 

Da capire invece dove sarà collocata la quarta tenda, con relative docce e bagni chimici, visto che inizialmente si era parlato di individuare un’area nei pressi del Vaticano. In ogni caso una volta acquistate, ha spiegato ieri l’assessore Funari, le tende resteranno in dotazione alla Protezione civile e per arredarle verranno pubblicati altri bandi minori, con importi sotto soglia comunitaria. «Nel Municipio IV - ha aggiunto l’assessore in commissione - abbiamo recuperato un progetto atteso da anni per la realizzazione di un centro avanzato per la disabilità. Il cantiere terminerà nel 2026 e il finanziamento è di 10 milioni. Ci saranno spazi per l’associazionismo». Tornando all’assistenza degli emarginati, sul piatto ci sono poi 4,3 milioni che serviranno a potenziare i servizi di presidio sociale: altri otto camper e due unità di strada, collegati con la Sala operativa sociale del Comune, verranno dislocati presso le basiliche di San Pietro, San Giovanni, Santa Maria Maggiore, e naturalmente alle stazioni. Dove oltre alle tende, alle mense pubbliche e ai nuovi vespasiani, quindi, arriveranno anche i camper.

 

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