l’inchiesta

Roma, poche aree e troppi mezzi: caos per colpa dello “carico-scarico” merci

Damiana Verucci

Camion sui marciapiedi a largo Fontanella Borghese, operatori che scaricano sulle strisce in mezzo a piazza del Parlamento. In via Bocca di Leone, alle 10 di mattina di un lunedì di metà maggio, i furgoni sono piazzati di fronte alle vetrine dei negozi ancora chiuse dove tra qualche istante consegneranno ciò che hanno ordinato. Scena che si ripete in via dei Condotti, tra il via vai incredulo dei turisti, in via Mario De’ Fiori, e ancora in via Frattina, e a ridosso delle strisce pedonali di via Tomacelli. Per non parlare di piazza di Pietra dove ormai ogni mattina si fa fatica ad attraversare perfino a piedi, a causa dei furgoni che sbarrano le stradine lì intorno già piuttosto congestionate dal flusso di persone - soprattutto turisti - e dalle attività commerciali. Ma le stesse scene si ripetono in quartieri come Prati, Aurelio, Ostiense-Marconi, Eur. Da anni ormai a Roma va in scena il brutto spettacolo del caos trasporto merci.

 

  

 

Nonostante tavoli, dibattiti, studi di settore, tentativi di ricopiare modelli europei decisamente all’avanguardia, romani e turisti convivono non con poco rammarico, con i disagi provocati da chi scarica soprattutto la mattina nella zona a traffico limitato, portando di tutto: dai generi alimentari, agli abiti, dalle medicine agli oggetti di arredo. Una quantità di merce che, secondo dati recenti, per ogni mille persone, ogni giorno, comporta circa 300 viaggi di mezzi di trasporto per consegnarla. Si tratta, infatti, di un andamento in aumento di circa l’8% ogni anno, che ha conosciuto un vero e proprio exploit durante il Covid, con l’e-commerce, che ad oggi rappresenta circa l’80% dei flussi di merci in ambito urbano. Ma non solo. Il segmento delle manutenzioni e delle installazioni è allo stesso tempo ampio e in crescita e si contraddistingue non tanto per la consegna, quanto per la fornitura di servizi. Si tratta in ogni modo di furgoni che entrano in centro, circolano e il più delle volte parcheggiano in modo irregolare per consentire un "pronto intervento" al cliente di turno. Questo significa avere migliaia di vetture che attraversano la città da una parte all’altra ma che si concentrano soprattutto nel I Municipio dove si registra la più alta densità di attività commerciali e di somministrazione.

 

 

Furgoni, va detto, che non trovano sufficienti piazzole per il carico e scarico merci e che, se le trovano, devono fare i conti con chi le occupa senza averne diritto, dalle macchine private, alle biciclette, fino a moto e motorini. Ma furgoni, anche, vecchi e inquinanti, che non di rado sostano con i motori accesi per fare prima e passare alla consegna successiva. Un problema non di poco conto per una città che cerca di allinearsi disperatamente agli stand europei in materia di inquinamento atmosferico. I residenti, questo caos, lo denunciano da tempo. I commercianti, anche, ma la soluzione, che pure sembra essere sempre lì lì per arrivare, al momento non c’è. O meglio, un piano merci c’è e sta all’interno del Piano Mobilità approvato dal Campidoglio. Fotografa lo status quo della distribuzione merci nella Capitale senza troppi fronzoli, confermando in realtà tutti i disagi e le carenze da dover affrontare.