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Roma, continua a bruciare la discarica abusiva di Ardea. “Limitare gli spostamenti”

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Continuano a bruciare i cumuli di pneumatici, veicoli fuori uso, frigoriferi e lavatrici. Dopo 24 ore dal maxi incendio di ieri all'alba, ad Ardea, nella località di Montagnano, le fiamme continuano ad alzare ancora nuvole di fumo. Una situazione ora sottocontrollo e circoscritta - informano dai vigili del fuoco - con un intervento di bonifica che durerà diversi giorni. Un'operazione di bonifica estremamente complessa avviata ieri con una cinquantina di vigili del fuoco provenienti da tre distaccamenti del comando di Roma con autobotti, il carro schiuma e il carro rilevamento radioattivo chimico, che continuerà per tutta la giornata di oggi con 3 Aps, 3 autobotti, una kilolitrica, con il supporto del personale Gos tramite l’utilizzo di mezzi movimento terra (ruspe, escavatori e pale meccaniche) più il cannone robotizzato lancia schiumogeno (Luf). Un duro lavoro di bonifica coadiuvato da diverse squadre di volontari di protezione civile dell'hinterland romano. Sul posto anche personale dell'Asl Roma 6 e i tecnici dell’Arpa Lazio al lavoro per verificare il tipo di sostanze immesse nell’aria e il rischio per la popolazione. Analisi sui primi rilevamenti che arriveranno nella giornata di oggi. In attesa dei dati, è stato così raccomandato alla popolazione di «limitare gli spostamenti, tenere le finestre chiuse e lavare con accuratezza frutta e verdura di produzione propria». Intanto la Procura di Velletri aprirà un fascicolo di indagine. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Giancarlo Amato, in attesa delle prime informative, alla luce delle risultanze investigative, procederanno per la matrice dolosa o colposa per  poi procedere quasi certamente al sequestro del terreno di circa 5 mila metri quadri. Gli investigatori stanno cercando di far ordine sulla proprietà di quel terreno che, fino alla sua scomparsa, risultava essere di Salvatore Gueglielmino, ex proprietario della "EcoX" di Pomezia che fu divorata dalle fiamme sulla Pontina Vecchia nel 2017. «La discarica di pneumatici era stata più volte denunciata dal Comune – ha commentato il sindaco di Ardea, Maurizio Cremonini – ma l’intervento di bonifica di fatto non è mai avvenuto". Un terreno con una lunga storia alle spalle. Nel gennaio del 2020, l'ex comandante della polizia locale di Ardea, Sergio Ierace, avviò un'attività d'indagine preventiva e scoprì che l'area era stata sequestrata dai carabinieri forestali. «Ricordo che fui spaventato dalla visione di una enorme quantità di pneumatici depositati lì da svariato tempo - commenta l'ex comandante, ora alla guida della polizia locale di Lanuvio - Dalle verifiche successive emerse che gli eredi rinunciarono a quella proprietà, seguirono diffide e denunce, ultima quella del Comitato UST nel 2021, ma nessuno intervenne". In attesa dell'esito delle indagini, a puntare il dito diverse associazioni. "Si ipotizza ennesimo disastro ambientale alle porte della Capitale - commenta Piergiorgio Benvenuti da Ecoitaliasolidale - Ribadiamo che dopo l’enorme incendio avvenuto alcuni anni fa a Pomezia, ritenuto un vero e proprio disastro ecologico, da più parti si era chiesto di mappare le aree limitrofe per verificare se vie erano analoghi impianti dismessi, abusivi  o in funzione che potessero rappresentare un pericolo per l’ambiente e per i cittadini ed il rispetto di ogni norma di sicurezza. Sembra proprio che ancora, invece vi sono rischi proprio di incendi come è avvenuto  lunedì”. Negli ultimi 5 anni, infatti, dal 2018 al 2022, sono stati 6.211 i reati ambientali accertati a Roma e ben 13.040 quelli nel Lazio, ottenendo la quinta posizione tra le regioni d'Italia più colpite. Per i reati di smaltimento illecito, invece, il Lazio sale al terzo posto con 3.361 reati. "L'incendio di pneumatici ad Ardea è un nuovo disastro ambientale che cala sulla pelle delle persone - commenta il presidente  Roberto Scacchi di Legambiente Lazio - Sulle responsabilità puntuali del terribile rogo indagano le autorità competenti, verso le quali ci mettiamo a disposizione, con i dati degli ecoreati da smaltimento illecito. Quel fumo nero, pieno di diossine e di impatti per la nostra salute, è generato da un sistema di smaltimento dei rifiuti e di rigenerazione della materia prima seconda che deve fare passi da gigante, perché se continua a mancare il circuito virtuoso dell'economia circolare, si continuano a lasciare spazi immensi a chi smaltisce illecitamente: le conseguenze sono anche e soprattutto momenti di impatto ambientale terribile come questo ultimo incendio". Episodi avvenuti negli anni, dove a puntare il dito è anche il sindacato dei vigili del fuoco, tramite il segretario generale Riccardo Ciofi della FNS CISL di Roma Capitale e Rieti “E’ necessario purtroppo – commenta il sindacalista – citare nuovamente gli eventi di tale entità: dalla discarica di Albano del 2016, la Eco X di Pomezia, il Tmb Salaria, Rocca Cencia il primo deposito di Malagrotta, la discarica di Ciampino, la discarica abusiva di Ponte Mammolo e il secondo deposito di Malagrotta, incendio zona Salzare e questo odierno, sono fatti che hanno visto impegnati i colleghi nelle operazioni di spegnimento durate anche alcuni giorni”. Molti pompieri – continua il sindacalista dei vigili del fuoco – hanno partecipato anche a più incendi di quelli che ho citato, altri, in relazione alla sede di servizio, hanno preso parte a tutti, non considerando, oltremodo, le attività di soccorso ordinaria che si unisce a tutto questo. “Preme evidenziare che l’attenzione legata alle malattie professionali e il riconoscimento del lavoro specifico dei vigili del fuoco, grazie soprattutto all’impegno della FNS CISL ad ogni livello, fa pensare che sia alquanto necessario iniziare istituire un registro dedicato al personale dei vigili del fuoco dove inserire le attività svolte e i risultati dei protocolli sanitari ai quali sono stati sottoposti. In aggiunta al liser – libretto individuale – infatti è opportuno l’istituzione di questo registro per monitorare, nel tempo, lo stato di salute dei vigili del fuoco del Comando di Roma che hanno preso parte a questi incendi e sono stati sottoposti, seppur con l’utilizzo degli appositi dpi, a questi ricorrenti e straordinari eventi che hanno visto il conseguente sprigionamento di fumi e sostanze tossiche e nocive. Il nostro lavoro ci porta ad operare in ogni scenario possibile, comune e non, tuttavia la nostra richiesta di istituire questo registro nasce dall’esigenza di poter sorvegliare in termini sanitari l’evolversi dello stato di salute del dipendente e le malattie correlate all’attività lavorativa svolta, perché è necessario trovare le opportune soluzioni per quanto viene svolto dai vigili del fuoco”.

Massimiliano Gobbi

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