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Roma, indagine per omicidio colposo all’ospedale Vannini: 60enne morto dopo una rimozioni di calcoli
Un fascicolo per omicidio colposo per il momento a carico di ignoti. È questa l’indagine aperta dalla procura di Roma sulla vicenda accaduta negli scorsi giorni all’ospedale Vannini. A raccontare quanto accaduto è Repubblica: “Un’operazione per eliminare i calcoli ai reni non andata bene. Un’emorragia. Ecco allora che i sanitari intervengono nuovamente nel giro di poche ore. Cercano di salvargli la vita. Ma il paziente, un uomo di 60 anni, non risponde come previsto e alla fine, dopo un’agonia durata una decina di giorni, muore il 5 marzo al Vannini”. A denunciare il presunto caso di malasanità sono i parenti della vittima, con l’autopsia e il sequestro delle cartelle cliniche sull’accaduto che sono già andati in scena.
La patologia del 60enne era la calcolosi e ora bisognerà appurare se la denuncia della famiglia ha una base e ci siano stati errori, come sostengono i familiari, o se i sanitari hanno agito in maniera corretta. “Il suo quadro era abbastanza complesso. Da tempo, infatti, soffriva di dolori molto intensi, accompagnarti da nausea. Coliche così forti e improvvise che hanno richiesto degli accertamenti. Dagli esami i sanitari non avevano avuto alcuna esitazione. Il quadro imponeva un intervento per eliminare definitivamente i calcoli. Ecco allora che a fine febbraio viene prenotato l’intervento. L’équipe opera il sessantenne ma da subito le cose non vanno per il verso giusto. L’uomo viene portato in stanza, ma sta male. I sanitari sospettano che sia andato storto qualcosa durante l’operazione. Non sanno bene cosa. Di fatto c’è un’emorragia in atto. L’uomo va di nuovo sotto i ferri. La sua condizione sembra così migliorare. Ma è solo un’illusione perché presto starà di nuovo male. Inizia così una lunga agonia che durerà diversi giorni. Nonostante le trasfusioni muore il 5 marzo al Vannini”, il racconto completo del quotidiano diretto da Molinari. Adesso si aspettano i risultati dei test del medico legale, che impiegherà una sessantina di giorni per depositare la perizia in Procura.