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Roma, Casalino dopo la lite sulle bancarelle: “Ora la città mi fa paura”

Christian Campigli

Una città specchio dell'immobilismo italico. Di un'atavica ritrosia a risolvere i problemi, spesso incancreniti nel tempo, soprattutto se questi ultimi hanno creato una serie di ingiusti privilegi. Un gattopardo in salsa romana, emerso in tutto il suo fragore dopo la pubblicazione del video di insulti rivolti da Augusto Proietti, il ras degli ambulanti, a Rocco Casalino. «Sto bene, ma sono frastornato da quello che è successo. Ho ricevuto decine di telefonate, di amici e conoscenti. Tutti preoccupati per me. E delle persone a me sconosciute, mi hanno anche fermato per strada per dirmi, apertamente, che mi era messo contro brutte persone e che, se non avessi tenuto la bocca chiusa, avrei potuto fare una brutta fine. Io sono nato in Germania e ho vissuto per molti anni a Milano. Trovo inconcepibile che a Roma si debba avere paura perché si chiamano i vigili».

 

  

 

Una vicenda, quella che ha visto coinvolto l'ex portavoce di Giuseppe Conte, nata quasi per caso. «Io ho comprato questa casa grazie ai miei risparmi. Coi soldi guadagnati durante le numerose ospitate televisive dopo aver partecipato al Grande Fratello. Denaro che avevo investito comprando delle case a Milano che ora ho venduto per comprare a Roma». Un piano alto di oltre 160 metri quadrati in piazzale Flaminio, un angolo di Roma meraviglioso, reso unico dall'affaccio su Porta del Popolo, più nota come Porta Flaminia. Uno squarcio della città eterna che il mondo intero ci invidia. «Eppure, nonostante un patrimonio monumentale incredibile, in questa zona regna il degrado e la totale assenza di rispetto per leggi e regole. Io, quando ho acquistato questo immobile (nel quale sono andato a vivere da alcuni giorni), ho scoperto il regno delle bancarelle, dei prodotti alimentari esposti per strada e dei furgoni parcheggiati a pochi metri da chiese uniche. Tutte dinamiche, per altro, non consentite dalle norme attuali. Forse perché sono un personaggio pubblico - continua Casalino - ma in molti mi hanno avvicinato per chiedermi di dare loro una mano per risolvere i mille problemi della zona. Io, figlio dell'impegno civico appreso all'interno del Movimento Cinque Stelle, ho proposto di creare un gruppo su WhatsApp. Ognuno aveva dei compiti specifici. Io, ad esempio, ho mandato varie mail, con foto e video. I vigili li ha sempre chiamati il proprietario di un appartamento vicino al mio. Ma quel personaggio sapeva stranamente solo di me e se l'è presa con me».

 

 

Che la realtà a piazzale Flaminio non sia esattamente idilliaca è facilmente riscontrabile facendo una semplice passeggiata. Entrata ed uscita della metro sono letteralmente presidiate dalle bancarelle, con un serio problema di sicurezza. Senza contare i parcheggi selvaggi dei furgoni e l'occupazione di suolo pubblico da parte dei negozi, che espongono (anche se non si potrebbe) all'esterno prodotti alimentari. «Roma è come uno yo yo. Vengono i vigili, gli ambulanti riducono lo spazio occupato per un giorno, poi ritornano a occupare l’intera piazza fino al giro successivo. Io sono convinto che il sindaco, chiunque esso sia, da solo non possa far nulla. Serve un intervento importante, del governo centrale». Nel girato, Proietti usa una serie di sgradevoli e volgari insulti omofobi. «A quelli, purtroppo, ci sono abituato. Sono cinquant'anni che li sento. È una vergogna che non vengano puniti. Non ho voglia di cambiare le mie abitudini, di uscire e di muovermi liberamente. Ma mentirei (in primis a me stesso) se non riconoscessi che ora, quando scendo da casa, sento gli occhi addosso. Di persone non proprio tranquille. La capitale d'Italia merita ben altro», chiosa con una punta di rammarico ma senza rassegnazione.