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Roma, la rivolta dei trattori è arrivata. Giovedì pronti a entrare in centro

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Benedetto Antonelli
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I trattori sono calati sulla Capitale. La campagna romana è iniziata. Il presidio più grosso di agricoltori, con già decine di mezzi parcheggiati, si trova sulla Nomentana, a ridosso del Grande Raccordo Anulare. E già sperano di poter fare «una passeggiatina ai Fori Imperiali». Ma sono in arrivo anche gli agricoltori di Latina e Frosinone, che puntano ad attestare il loro quartier generale a Roma Sud. Non mancano nemmeno quelli che vengono da est (via Valmontone) e da ovest (via Torrimpietra). È un accerchiamento. Danilo Cal vani, ex «forcone» e attuale leader del «Cra Agricoltori traditi», il movimento che ha come base l’agro pontino, annuncia che l’8 febbraio inizierà l’assembramento in città dei mezzi che arriveranno da tutta Italia. «Sarà una cosa grande che durerà almeno 6-7 giorni, questo è il primo step», promette. Gli agricoltori che si sono posizionati sulla Nomentana, invece, hanno raggiunto la Capitale dopo una lunga marcia dalla Valdichiana e dal Viterbese.

 

 

 

«Noi nella zona di Viterbo e Colli Cimini siamo circa 200», dice Antonio Monfelli, agricoltore di Viterbo nel Cra (Comitati riuniti agricoltori). «Noi - aggiunge Salvatore Fais, uno dei portavoce della protesta che risponde a un’altra sigla, Riscatto Agricolo - chiediamo agevolazioni sui carburanti fino al 2030 e un tavolo permanente con il governo che possa portare anche all’eliminazione dell’Irpef. Siamo pronti a una grande manifestazione venerdì o sabato: saremo 1.500 trattori. Se la Prefettura non ci autorizzerà? Tutte le strade portano a Roma, un modo per entrare lo troveremo». A parlare è anche un altro leader di Riscatto Agricolo, Andrea Papa, il quale spiega come tutto sia in divenire: «Stiamo aspettando l’arrivo di cortei di trattori dalla Toscana, dall’Umbria da altre province del Lazio, da Benevento e alcune delegazioni, da Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna. Quelli che partono da più lontano lo faranno senza mezzi agricoli. Già stanotte dovremmo arrivare a essere un migliaio di manifestanti con seicento o forse settecento trattori».

 

 

Intanto, i trattori provenienti da Fiumicino hanno animato la protesta sull’Aurelia al km 29 a Torrimpietra. A nord una decina di trattori si sono radunati a Formello. Come si vede, si tratta di movimenti distinti che ancora non rispondono a un leader comune. Perché la protesta non ha luogo solo a Roma, ma anche a Torino, Milano, Capua, Ragusa, Cagliari e Rovigo, solo per citare alcune delle città dove c’è più fermento in questi giorni. Marcello Guastella, agricoltore siciliano organizzatore della protesta dei trattori a Ragusa, lo ha detto chiaro e tondo: «Non riconosciamo assolutamente alcun leader né nazionale né regionale autoproclamatosi tale nell’attuale protesta dei trattori. La nostra agricoltura è una cosa troppo seria che ha bisogno di tutto tranne che di generali e strumentalizzazioni», dice Marcello Gua stella, agricoltore siciliano organizzatore della protesta dei trattori a Ragusa.

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