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Ripartono le occupazioni. Inizia il Pilo Albertelli, fibillazioni al Mamiani, Virgilio, Tasso e Righi
La “presa” del Liceo Pilo Albertelli inaugura l’ “autunno caldo” della Capitale. Monta la protesta studentesca in vista dello sciopero nazionale del prossimo 17 novembre in concomitanza con la Giornata internazionale degli studenti. Nella prima mattinata di ieri, alcuni allievi dell’istituto dell’Esquilino hanno occupato i locali della scuola. Sono state impedite tutte le attività di pubblico servizio, didattiche e amministrative. L’istituto ha reso noto di aver informato «tempestivamente le autorità competenti». Un’occupazione che era già nell’aria da giorni, la prima dell’anno scolastico in città, materializzatasi all’indomani dell’occupazione “anti-Israele” della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza per mano dell’organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta. E fuori dalle finestre del liceo classico di via Daniele Manin sono comparse bandiere palestinesi.
Al centro delle proteste degli studenti dissidenti ci sono soprattutto ragioni economiche. «Riteniamo che i viaggi di istruzione e tutte le iniziative didattiche – spiega il Collettivo Pilo Albertelli in un comunicato – debbano essere modificate su misura di ogni studente e rese economicamente accessibili. Vi è, inoltre un’inefficienza evidente riguardo alla gestione delle ore di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) svolte». Oltre alle annose questioni legate al tema dell’edilizia scolastica, «problemi che, pur se di competenza dell’ex Provincia, devono essere risolti con urgenza (bagni, mancanza di una rampa per disabili, mancanza della palestra, intonaco cadente...)». Con le iscrizioni quest’anno in calo, la richiesta prioritaria è quella di avere a disposizione della scuola più risorse, e pure più docenti di sostegno. Poi le consuete polemiche contro l’esecutivo targato Meloni e la solidarietà espressa a gran voce verso il “genocidio in Palestina”.
L’Associazione Nazionale Presidi scende in campo a rimarcare l’inutilità delle occupazioni delle scuole. «Un rito vecchio e stanco», per il presidente della sezione romana del sindacato Mario Rusconi, che evidenzia: «In tanti anni non hanno mai risolto nulla per i ragazzi. Alla fine, restano solo i danni agli istituti». Conti salatissimi che solo l’anno scorso, ricordiamo, hanno superato i 500mila euro. Corsi di formazione in scaletta e ospiti noti attesi, nel carnet dell’occupazione dell’Albertelli. Un fil rouge destinato ad espandersi a stretto giro. Dal Virgilio al Mamiani al Tasso al Righi, altri istituti romani sono, infatti, in fibrillazione, con gli occhi puntati alla piazza del 17 per cui fervono i preparativi sul piano organizzativo. Venerdì prossimo sciopererà per l’intera giornata tutto il personale di scuola, università, ricerca, Afam, formazione professionale e scuola non statale, nella mobilitazione indetta da Flc Cgil insieme alle Confederazioni di Cgil e Uil. Tra le motivazioni alla base della manifestazione, le lamentele sui salari e i contratti, la richiesta della cancellazione del precariato, di investimenti e dello stop alle privatizzazioni nei settori della conoscenza. Sul fronte universitario, intanto, ieri mattina a Scienze Politiche, mentre si svolgevano regolarmente le lezioni, ha avuto luogo un’altra assemblea «a fianco della resistenza palestinese».