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Roma, a Piazza Venezia un disastro annunciato. Città al collasso e traffico paralizzato

Susanna Novelli
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Un disastro annunciato quello a Piazza Venezia, dove l’apertura del cantiere C, guidato da Webuild e Vianini Lavori, per la realizzazione della linea C della metropolitana ha "imposto" uno stravolgimento della viabilità. Chissà se il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, entrando e uscendo dal Campidoglio si sia chiesto se davvero il nuovo piano della viabilità potesse funzionare in uno snodo così nevralgico per la città, in cui, oltre al traffico "normale", si aggiunge quello dei collegamenti dei palazzi del potere, da Palazzo Chigi al Quirinale, dal Campidoglio all’ex Provincia. Percorsi, oltretutto, da mettere in sicurezza. Probabilmente lo stesso Gualtieri credeva davvero che chiudere metà piazza, mettere il doppio senso, riducendo in uscita a una corsia per senso di marcia e due semafori, avrebbe reso sì la vita un po’ più difficile ma, tutto sommato, sopportabile. Per questo venerdì scorso, alla vigilia dell’apertura del cantiere - e dunque della nuova viabilità - si è presentato in prima persona a spiegare ai cittadini che «noi siamo qui per cambiare questa città e i cantieri vanno fatti, non è pensabile che Roma non si doti di un sistema di metropolitane adeguato, non affronti tante questioni lasciate così per decenni. Questa è una fase in cui abbiamo le risorse, le mettiamo tutte a terra e trasformiamo la città. È una fase di lavori in corso». Aggiungendo poi che i lavori a piazza Venezia - con le modifiche dovute alle esigenze dell’imponente cantiere - dureranno dieci anni.

 

 

Già, dieci. Gli stessi che si contano dal ritardo dell’avvio dei lavori di questa tratta di una linea della metropolitana ideata nella metà degli anni Novanta e con la posa della prima pietra datata 2008. Eppure, i primi, chiari segnali che la nuova viabilità di piazza Venezia non poteva funzionare si sono avuti già sabato con le prime inusuali file per raggiungere lo snodo Vittoriano. Ma la prova del nove si è avuta ieri, con la ripresa di tutte le attività, comprese quelle legate ai palazzi della politica, e con due aggravanti che hanno mandato completamente in tilt il traffico. L’allarme bomba al ministero delle Finanze di via XX Settembre e la visita del presidente della Finlandia, che ha imposto addirittura la chiusura di piazza Venezia per due ore. La ciliegina sulla torta poi, il mancato potenziamento della polizia locale per la gestione di una viabilità che appariva anche su carta assai complessa. Tutto questo, Gualtieri, evidentemente non lo ha pensato. Ma non deve essere stato difficile rendersi conto del disastro, nonostante si trovasse a Cracovia impegnato nel Viaggio della Memoria con le scolaresche romane. Al punto tale da convocare una riunione in collegamento da Cracovia e fissare un vertice urgente per stamattina alle 8.30. Chissà se salterà la già traballante testa del comandante della Polizia locale. Perché qualche responsabilità su quanto sta avvenendo a livello di cantieristica e viabilità andrà pure individuata.

 

 

Piazza Pia, Ponte dell’Industria, piazza Venezia, Stazione Termini. La Capitale è spezzata praticamente in tre tronconi, con una tempistica che forse andava studiata meglio a tavolino. Ad esempio, accelerare i lavori del Ponte di ferro, iniziati a oltre un anno dall’incendio, così come piazza Pia che, nonostante per il Campidoglio sembra sia tutto risolto, continua a dividere in due il centro dal quadrante nord, con interi quartieri, come Prati e Aurelio prigionieri del traffico. «Piazza Pia è un altro lavoro importante che determina un rallentamento della circolazione - ha ricordato sempre Gualtieri annunciando la rivoluzione a piazza Venezia - ma i dati che abbiamo analizzato, il cronometraggio di ogni singolo percorso possibile comparato con il percorso pre-cantiere, ci mostrano che l’aggravio è limitato. C’è un appesantimento ma limitato, questo perché c’è un’attenzione costante. Ci sono tanti agenti della polizia locale e il cantiere è seguito». Non la pensano così pendolari, residenti e soprattutto commercianti. Gli unici, tuttavia, che forse avranno tirato un sospiro di sollievo nell’apprendere del disastro di piazza Venezia sentendosi più fortunati, nonostante tutto. I lavori a piazza Pia dovrebbero terminare l’8 dicembre 2024, per l’apertura della Porta Santa che segna l’inizio ufficiale del Giubileo. Piazza Venezia "tornerà" libera, forse, nel 2033 e non sono previste interruzioni per l’Anno Santo. Nessuna indulgenza insomma, neanche da parte di sua Santità.

 

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