Migranti, alta tensione al centro di Ponte Galeria: ferito un carabiniere
Il centro per i rimpatri di Ponte Galeria è al collasso e sempre più teatro di violenza da parte degli ospiti che si trovano al suo interno. La struttura che, secondo i sindacati militari, primo fra tutti Unarma, sarebbe in condizioni fatiscenti e vedrebbe al suo interno una copiosa ed eterogenea presenza di extracomunitari, gravata da provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale, nonché corredata da un poco rassicurante elenco di precedenti penali e di polizia.
La struttura che ospita gli extracomunitari per lunghi periodi, verserebbe in condizioni pessime dal punto di vista della sicurezza, con infissi deboli e danneggiati, suppellettili non ancorati e inadatti, spigoli non protetti e anche a causa di carenze dal punto di vista igienico sanitario con locali lerci, e servizi igienici promiscui. Oltre a questo, sono sempre più frequenti episodi di violenza da parte degli stranieri nei confronti delle forze dell’ordine e del personale civile: un carabiniere dell’8° Reggimento Lazio, intervenuto qualche giorno fa per sedare un’aggressione di un extracomunitario nei confronti di un operatore civile di una ditta, è stato aggredito e ferito a un braccio per il quale ha ricevuto 15 giorni di prognosi.
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Molti degli ospiti riescono a staccare dei pezzi di rete o di suppellettili per ricavarne armi acuminate da utilizzare contro i carabinieri e a questo si aggiunge anche che la maggior parte, oltre a un trascorso criminale, ha anche problemi psichiatrici legati all’abuso di sostanze psicotrope. Ad oggi, su 104 ospiti presenti nel Cpr di Ponte Galeria, solo quattro carabinieri della linea mobile sono deputati al controllo interno, quindi parliamo di una forza di 1 a 26, ossia un carabiniere per ogni 26 ospiti che deve intervenire anche in caso di risse e criticità, quando in realtà in caso di emergenza dovrebbero essere previste ulteriori squadre di ordine pubblico con adeguato equipaggiamento antisommossa all’esterno del padiglione che però, come riferisce a Il Tempo Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, da svariato tempo e per ragioni non note, non è più presente sul posto. Il sindacato ha portato la questione all’attenzione della scala gerarchica che avrebbe potenziato l’organico di un’unità, passando da 4 a 5 carabinieri, ma per Nicolosi non basta: «I colleghi sono troppo esposti al pericolo. Considerato il numerico ed il profilo delinquenziale degli ospiti, solo la presenza di una intera squadra di ordine pubblico potrebbe consentire un sereno e sicuro svolgimento del servizio».