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Roma, costi e ritardi sui progetti: saltano i primi cantieri del Pnrr

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Martina Zanchi
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Cattive notizie in arrivo per la Capitale dal fronte Pnrr. Nella bozza di revisione del programma diramata dal ministero per gli Affari europei, infatti, sono due i progetti che rischiano un forte ridimensionamento. A partire dal piano di interventi «Caput Mundi», del valore di mezzo miliardo di euro, che ha inondato le istituzioni di risorse per la valorizzazione di una moltitudine di siti archeologici e monumenti, dalle Mura Aureliane ai Fori passando per le chiese di interesse giubilare e ville di particolare pregio. Forse troppi, col senno di poi, per riuscire a rientrare nelle stringenti tempistiche imposte da «Next Generation Eu». Così, si legge nel documento che arriverà sul tavolo dell’Unione europea, si propone di ridurre a parità di risorse «il numero dei siti culturali e turistici da riqualificare da 200 a 150» entro il 30 giugno 2026. E in vista della tappa intermedia, il 31 dicembre 2024, il governo chiederà all’Ue di poter «rimodulare» il target di interventi da realizzare almeno al 50% da 200 a 100. Da chiarire quali saranno i progetti sacrificabili, ma il tentativo è quello di «evitare la dispersione di risorse» a fronte delle criticità riscontrate nell’attuazione del programma. Il ministero, infatti, evidenzia circostanze come «l’impreparazione del tessuto produttivo» ma anche «difficoltà normative, amministrative, gestionali».

 

 

La scure del governo si abbatte anche sul rilancio di Cinecittà, per cui era previsto un investimento di 300 milioni. Vedranno la luce solo cinque dei tredici studi che dovevano essere realizzati per contribuire a rafforzare la competitività del settore cinematografico italiano. Confermata, invece, la ristrutturazione dei quattro teatri di posa esistenti. Il ministero lo scrive chiaro e tondo: «sono emerse circostanze oggettive che richiedono una ridefinizione degli obiettivi» e di conseguenza anche la riduzione dell’investimento. Pesano l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, ma a imporre la revisione dei piani è soprattutto il mancato ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nell’azionariato di Cinecittà. Circostanza, questa, che ha fatto saltare l’acquisizione del terreno di Torre Spaccata su cui sarebbero dovute sorgere le nuove strutture. Un duro colpo per Roma, che ha già dovuto incassare il probabile stop a un’altra importante opera prevista, in questo caso, per il Giubileo 2025.

 

 

Si tratta del parcheggio interrato di piazza Risorgimento da 288 posti auto. «Nel confronto con la società stanno emergendo rischi rispetto alla conclusione dei lavori. Non vogliamo cantieri vicini al Vaticano nell’anno del Giubileo», ha spiegato a luglio il sindaco Roberto Gualtieri, confermando invece il restyling dell’area esterna. «Sebbene non sia stata ancora resa ufficiale - rivela l’Osservatorio Ance-Acer - è ampiamente accettato in Comune che l’annullamento del parcheggio sia l’opzione più probabile».

 

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