Termovalorizzatore già in ritardo, scaduto il bando per assegnarlo
Ancora tre mesi per sapere come si esprimerà il Consiglio di Stato sui ricorsi presentati da comitati e associazioni contrari al termovalorizzatore che il sindaco, Roberto Gualtieri, intende realizzare a Santa Palomba. Dopo la sconfitta al Tar, che il 19 luglio ha respinto la richiesta di bloccare l’iter annullando tutti gli atti di Roma Capitale relativi all’impianto, i comitati hanno presentato appello e il 30 novembre si svolgerà l’udienza di merito a Palazzo Spada. Intanto però il decisionismo dimostrato dal Campidoglio in materia di rifiuti sembra essersi raffreddato. Da cronoprogramma, infatti, la pubblicazione del bando per la costruzione del termovalorizzatore - che dovrebbe essere pronto entro l’autunno 2026 - era prevista ad agosto ma al momento non si sa quando partirà la gara. La procedura è ancora ferma allo step precedente, che risale a maggio, quando tramite un avviso pubblico è stato individuato in Acea Ambiente il «soggetto promotore» che redigerà una proposta di progetto per l’impianto di Santa Palomba e le sue strutture «ancillari».
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Nella fase di aggiudicazione dell’appalto alla multiutility sarà riconosciuto il diritto di prelazione. Ma per ora da Palazzo Senatorio tutto tace. Un silenzio che stride con le dichiarazioni rilasciate dall’assessore all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, all’indomani della sentenza con cui il Tar ha respinto i ricorsi. Un pronunciamento «letto con grande soddisfazione - commentava Alfonsi a luglio - Si tratta di un passaggio importante che ci spinge a lavorare con ancora più convinzione per realizzare il programma delineato dal Piano rifiuti». Sempre in tema impianti, ieri l’assessore ha dovuto affrontare persino il fuoco amico del consigliere di Roma Futura Giovanni Caudo, che si è scagliato contro la scelta di aprire un centro di lavorazione delle terre di spazzamento nell’ex Tmb Salario. Nel frattempo dai «nemici» del termovalorizzatore è partito l’invito a rivedere le decisioni prese. I novanta giorni che precedono l’udienza al Consiglio di Stato saranno «tre mesi preziosi, in cui sarebbe possibile valutare meglio le alternative», scrive in un post sui social la Rete Tutela Roma Sud, «taggando» tra gli altri il segretario del Pd Elly Schlein, la Cgil, la consigliera regionale dem Marta Bonafoni e anche il consigliere capitolino Ferdinando Bonessio, esponente di Europa Verde. «Chiediamo di aprire finalmente un confronto sull’argomento rifiuti a Roma - si legge - i consigli comunali dell’Area metropolitana, rappresentativi di oltre 270mila abitanti, hanno chiesto di applicare lo strumento del dibattito pubblico ma va bene qualsiasi modalità, purché ci sia veramente la volontà di trovare le soluzioni migliori».
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Ma quale potrebbe essere il margine di «trattativa» tra chi il termovalorizzatore non lo vuole e un’amministrazione che, al contrario, lo reputa fondamentale per tirare fuori la Capitale dall’emergenza? La giunta comunque non sembra aver fretta di esporsi sull’argomento. Ieri Gualtieri è stato impegnato in una lunga riunione sulla viabilità intorno al cantiere di piazza Pia e stamattina visiterà l’area concludendo l’appuntamento con una conferenza stampa. Coincidenza vuole che proprio oggi scada la dead-line fissata nel Piano rifiuti per la gara del termovalorizzatore. Difficilmente il ritardo sarà passato inosservato.
Gravemente insufficiente: il giudizio dei romani è una resa al degrado