paura a roma
Rebibbia, detenuto si arrampica su una gru e minaccia di buttarsi: il video
Il tuo browser non supporta il tag iframe
Un detenuto italiano allocato nel reparto G11 del carcere capitolino di Rebibbia è riuscito scavalcare la recinzione del cortile passeggi e una seconda perimetrazione per poi arrampicarsi su una gru di un cantiere interno e a impossessarsene. Non sono ancora chiari i motivi che hanno dato il là alla protesta dell’uomo recluso nel reparto G11 e che sta scontando una pena per narcotraffico dopo essere stato arrestato a Civitavecchia nel 2013, ma da quanto si apprende avrebbero a che fare con la possibilità di utilizzare il telefono e la mancanza di attività ed educatori all’interno dell’istituto. Sul posto sono arrivati fa il sostituto procuratore di turno e il direttore del carcere capitolino per convincerlo a scendere e porre fine alla protesta. Dopo alcune ore l'uomo è sceso dalla gru.
“Siamo alle prese con un ennesimo gesto di protesta estremo - ha commentato il segretario Nazionale e Regionale SAPPe Lazio Maurizio Somma - La situazione si è risolta grazie all’interlocuzione con la Polizia Penitenziaria“. "Se nel 2023 ci sono detenuti che riescono a scavalcare recinzioni esalire su una gru, evidentemente c’è qualche problema nel nostro sistema penitenziario c'è e andrebbe rivisto - ha dichiarato Alessandro De Pasquale presidente del SIPPE (Sindacato Polizia Penitenziaria) - Abbiamo più volte chiesto squadre specializzate antisommossa della polizia penitenziaria e i c.d. negoziatori, non possiamo affidarci all’improvvisazione". Una situazione dei carceri che resta molto difficile. A ricordarlo la Fns Cisl di Roma che denuncia una carenza di organico di polizia penitenziaria nell'istituto di circa 200 unità con un sovraffollamento di 347 detenuti in più. "Nei 14 istituti del Lazio abbiamo 6209 detenuti, a margine di una capienza di soli 5287, pertanto occorrono urgenti e radicali interventi”, afferma il segretario generale Riccardo Ciofi (Massimiliano Gobbi).