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A Roma è record di turisti stranieri e i prezzi schizzano alle stelle

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Damiana Verucci
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La corsa al rialzo dei prezzi negli alberghi e nell’extralberghiero romano non si ferma mentre continua la polemica sul contributo di soggiorno che il Campidoglio ha alzato dopo otto anni di non aggiornamento delle tariffe, e l’ira degli operatori turistici non si placa. Ma quanto vale davvero il turismo perla capitale e a quanto ammonta il giro d’affari per il comparto ricettivo? Da un anno all’altro, fanno sapere alcune associazioni dei consumatori, il prezzo medio di una stanza per soggiornare a Roma è aumentato del 20%, ma non mancano i casi di raddoppio con costi a notte che possono arrivare fino a 500 euro per un tre stelle, 700 per un quattro, e mille per un cinque stelle. Se il giro d’affari sulla ricettività a Roma superava solo sette anni fa i 4 miliardi di euro (dato del documento unico di programmazione del Comune risalente al 2016 e fondato su circa 32 milioni di presenze annuali e 2,4 notti a turista), oggi si può tranquillamente stimare che superi i 5 miliardi, visto anche l’incremento dei prezzi che, tuttavia, non sembrano rappresentare un deterrente per l’arrivo dei turisti: le camere disponibili anche in questo periodo non certo di alta stagione per le città d’arte sono sempre più rare, soprattutto in centro.

Sempre i dati ci confermano, infatti, che le presenze sono tornate ai livelli pre covid e addirittura l’hanno superati. Solo a marzo e aprile di quest’anno, secondo l’Ente Bilaterale del Turismo del Lazio, il numero di turisti che ha pernottato a Roma è del 4,3% più alto rispetto allo stesso periodo del 2019. In numeri semplici significa più di 2 milioni e 300 mila persone, per un totale di oltre 5.400.000 notti di pernottamento. Non è un mistero che proprio il turismo rappresenti una risorsa fondamentale per il Pil di questa città: l’anno scorso la capitale, secondo uno studio su La ricchezza dei comuni turistici, ha generato l’8,7% della ricchezza turistica di tutta Italia con 7,6 miliardi di euro; seguita da Milano con circa 3,5 miliardi. Tutto ciò giustifica un incremento del contributo di soggiorno? Per la giunta Gualtieri evidentemente sì, anche se promette che a fronte di questo aumento seguirà un miglioramento dei servizi. Ipotesi che non convince affatto gli operatori del comparto a fronte di evidenti lacune, ad oggi, come l’insufficienza dei taxi, i rifiuti, i trasporti che funzionano a singhiozzo. Resta il fatto che la redditività del comparto, seppure fortemente ridotta con la pandemia, oggi non solo sembra essere in piena salute ma viaggia spedita verso un futuro che non può essere più roseo, se solo si pensa al Giubileo e all’ipotetico Expo.

Roma resta al momento la meta più desiderata e ricercata, nonostante tutti i problemi e i moniti degli operatori del settore, sempre in vetta alle classifiche, tra le prime ad essersi ripresa dopo la pandemia. L’innalzamento del contributo di soggiorno farà scappare i turisti, come qualcuno del comparto lamenta? Otto anni fa non è successo, non resta che aspettare e vedere cosa accadrà questa volta.

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