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Michelle Causo, i funerali a Primavalle. Il vescovo: "Siamo tutti sconfitti"

Francesco Forgione
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È il giorno dei funerali di Michelle Causio, la ragazza uccisa a coltellate da un suo coetaneo nel quartiere Torrevecchia di Roma. Tutto il quartiere si è stretto attorno alla famiglia di Michelle e alle lacrime di mamma Daniela e papà Gianluca. La chiesa di Santa Maria della Presentazione è gremita. Striscioni, magliette commemorative e fiori per la scomparsa della 17enne. All’arrivo, il feretro bianco di Michelle è accolto da scroscianti applausi. Tra le corone di fiori poste davanti alla chiesa figurano quella del fidanzato di Michelle e accanto quelle lasciate presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che hanno voluto onorare la memoria della ragazza.

 

Era il 28 Giugno quando un suo “amico” coetaneo, in seguito ad una lite, ha massacrato Michelle con numerose coltellate e successivamente ha occultato il cadavere servendosi di un sacco della spazzatura e di un carrello. Proprio nel punto in cui l’assassino si è disfatto del corpo di Michelle, martedì i familiari, il fidanzato e gli amici hanno lanciato in cielo lanterne ed esploso fuochi d'artificio.

 

Durante l’omelia, il vescovo Baldo Reina ha detto: “Chi ha il dovere di fare giustizia lo farà, non bisogna farsi giustizia da soli. Michelle era una ragazza di questo quartiere: la famiglia è distrutta dal dolore”. Reina, che ha celebrato la funzione, ha aggiunto: “Oggi, davanti alla bara di Michelle ci sentiamo tutti sconfitti e affranti. Davanti alla morte di questa nostra sorella come prima cosa ci dobbiamo fermare. Dobbiamo togliere i sandali delle nostre tante certezze e avere l’onesta di compiere un sano e sincero discernimento. La morte di Michelle ci pone delle domande come Chiesa e come Società Civile. Dove stiamo andando? Siamo coscienti o no che la nostra è una crisi di civiltà? Cosa stiamo offrendo ai nostri giovani? Ce la sentiamo ancora di dire che stiamo costruendo un futuro per loro, oppure siamo diventati tutti complici di progetti di morte? Sono domande forti. Lo so”. Il Vescovo ha tenuto a concludere il proprio pensiero con delle parole molto significative: “Ma sono domande che, penso, tutti portiamo dentro e che ci invitano ad un attento esame di coscienza. Questa società nella quale tutti siamo immersi e di cui siamo parte integrante, non ha forse perso la bussola? Il degrado non è in un quartiere o in una periferia. Il degrado è nel cuore di ognuno di noi. Il degrado è nella cultura che respiriamo, nella mentalità che tutti contribuiamo a creare, nel deserto dell’anima, immolando sull’altare dell’egoismo umano vittime sacrificali. La morte di Michelle ci deve mettere tutti quanti in discussione perché quello che è successo a lei poteva succedere a chiunque. Anzi. Per certi versi si è già consumato in ognuno di noi”.

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