La seconda vita dell'opificio Medici: via alla riqualificazione dell'ex marmificio
Tornano alla Capitale gli storici stabilimenti del marmificio di via Papareschi: oltre 1.600 metri quadri che, dal 1929 al 2022, sono stati sede dell’Opificio Ditta Medici, storica famiglia che ha legato la sua vita a quella del marmo. L’Opificio Ditta Medici costituisce un luogo unico come unica è la sua storia. Imponenti blocchi e lastre di marmo da tutto il mondo sono stati lavorati al suo interno, dove erano collezionati marmi rari e persino estinti. L’Opificio Ditta Medici rappresenta l’ultima sede di una famiglia che in quasi 200 anni di attività ha lavorato in tutto il mondo, realizzando opere e restauri di chiese, palazzi di governo e di organizzazioni internazionali e di musei: dalle pavimentazioni della Basilica di San Pietro, della Galleria dei Candelabri e della Cappella Sistina alle cattedrali di Westminster a Londra e Saint Patrick a New York; dalle sale del Quirinale ai lavori per Camera e Senato.
«A Roma c’è sempre stata una grande tradizione dei marmi, nata già nel periodo della Roma imperiale. Nel Settecento questa tradizione fu ripresa ed era in uso anche spogliare i monumenti antichi per riutilizzarne i materiali preziosi» ha spiegato l’architetto Carlo Lococo, direttore dei lavori e del progetto di riqualificazione in corso dell’Opificio. «Questo opificio costituisce l’ultimo baluardo di tale tradizione. La preziosità dei marmi era data sia dal colore sia dalla difficoltà di reperimento e lavorazione. Per tagliare un metro quadrato di porfido rosso si impiegava anche un mese. A questo punto ci sembrava importante recuperare la memoria di questa arte persa ormai nel tempo». La ristrutturazione, che si concluderà nella seconda metà del 2024, è stata affidata allo Studio Lococo il cui progetto è volto a recuperare la struttura originaria dell’Opificio, mantenendo inalterati la forma esterna e i caratteri di maggior pregio, attraverso un restauro conservativo e di rifunzionalizzazione. Alla base di questa operazione, un ruolo decisivo è stato giocato dalla valorizzazione della storia del luogo. A recuperare gli spazi è stata Italiacamp, "impact organization" che promuove progetti a impatto sociale, con un’operazione di riqualificazione da 5 milioni di euro. È nato così l’Opificio Italiacamp, un luogo di rigenerazione urbana in linea con la mission dell’organizzazione, quella di creare impatto sociale e incidere positivamente sul territorio e la comunità in cui opera.
Con il progetto dell’Opificio, Italiacamp vuole aprire alla città la sua casa, uno spazio dedicato alle attività di education, empowerment, impatto, innovazione ed eventi, ma anche un luogo di lavoro aperto e flessibile che si affiancherà all’attuale sede romana. «Abbiamo scelto l’Opificio dopo una lunga ricerca su Roma per individuare un luogo che fosse centrale e che al tempo stesso potesse rappresentare un’occasione di riqualificazione e si inserisse nella storia produttiva e sociale della città. E l’Opificio ha questa eredità simbolica, legata alla cura e al saper fare opere destinate a restare, cui vogliamo idealmente connetterci» ha sottolineato Fabrizio Sammarco, Ad di Italiacamp.