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Ama, vigilantes a 250mila euro al mese: cresce la spesa per la sicurezza

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Martina Zanchi
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Supera i 250mila euro la spesa che Ama sostiene ogni mese per le cinquanta guardie giurate impiegate a rotazione nella sorveglianza di 32 sedi aziendali, di cui sedici dotate di un presidio di vigilanza armata. Eppure i furti, gli atti vandalici e le aggressioni ai danni dei lavoratori continuano a verificarsi. L’ultimo episodio risale alla scorsa settimana, nel deposito di via Pontina, dove qualcuno è entrato provando, senza successo, a portare via un furgone. Sui fatti sono in corso approfondimenti e nel frattempo, pochi giorni fa, nell’ultimo tavolo con i vertici di via Calderon de la Barca i sindacati hanno proposto di utilizzare per la guardiania i dipendenti inidonei a raccolta e spazzamento.

In casa Ama il servizio di vigilanza privata, armata e non armata, è al centro di un’intricata sequela di affidamenti, ricorsi e ben sei proroghe che hanno portato la municipalizzata di Roma Capitale a spendere oltre 10,8 milioni in poco più di tre anni. Tutto parte a luglio 2019, quando la società stipula un contratto da 36 mesi con il «Consorzio Stabile Euro Global Service Grandi Appalti» (tramite la consorziata «Luongo Security srl») per poco più di 3,65 milioni. Sarebbero dovuti bastare per tre anni e invece, l’anno successivo, l’allora amministratore Stefano Zaghis ha messo nero su bianco che le risorse erano già finite. Questo a causa delle «continue richieste, tutte legittime, pervenute dalle diverse strutture aziendali» che hanno spinto la società a potenziare il servizio.

Alcuni vigilantes, poi, sono stati messi in portineria e altri a far rispettare il distanziamento sociale in pieno periodo Covid. Zaghis attiva quindi il «quinto contrattuale» con la ditta, prolungando il servizio fino alla predisposizione di un nuovo bando di gara. Che arriva a dicembre 2020 con un importo base molto più alto rispetto a quello precedente: cinque milioni per diciotto mesi. Ma fino ad oggi, impantanata tra rallentamenti tecnici, ricorsi giudiziari e avvicendamenti aziendali, Ama non è ancora riuscita a concluderlo. Così, calcolatrice alla mano, invece dei 3,65 milioni di spesa previsti in tre anni dal bando in essere, tra luglio 2019 e marzo 2022 sono stati superati gli otto (+124%).

E venerdì scade la sesta proroga, firmata dal direttore generale Andrea Bossola per 775mila euro, che porta la cifra complessiva a 10,845 milioni. Ama assicura che «la procedura di gara è in itinere e a breve si arriverà alla fase di aggiudicazione», mentre in materia di sicurezza il management ha introdotto «focal unit interne» e creato «una struttura aggiuntiva, con competenze professionali specifiche e unità provenienti anche dalla Direzione Investigativa Antimafia e dalla polizia locale». I sindacati, tuttavia, chiedono di guardare al personale interno. Oltre ai lavoratori inidonei, secondo Giancarlo Cenciarelli della Cgil «potrebbero essere impiegati anche i circa 40 idonei parziali per cui può essere temporaneamente difficoltosa la ricollocazione». Gli fa eco Alessandro Bonfigli della Uil: «È la soluzione più praticabile per ricollocare personale che può rivelarsi utilissimo. Sulle aggressioni ai lavoratori, inoltre, va recuperato il rapporto con la cittadinanza per non far ricadere sui netturbini le mancanze della linea di comando».

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