"esauriti"

Roma, esplodono i pronto soccorso: mille pazienti in attesa

Antonio Sbraga

Anche nei Pronto soccorso si è vissuto ieri un martedì talmente «grasso» che le astanterie già scoppiavano per il sovraffollamento sin dalle 11, con il record di ben 1.107 pazienti ammassati nelle sale in attesa di ricovero: 97 all’Umberto I, 91 al Gemelli, 70 al Sant'Andrea e 68 sia al Pertini che al San Camillo. E per molte ore sono rimasti a quattro cifre i bollettini degli stazionanti in barella, sulle lettighe e nei letti dei 50 Ps del Lazio: 1.034 alle 13 e 30 e mille tondi tre ore più tardi. Con le sfilate non dei carri allegorici, ma dei mezzi di soccorso «sequestrati» nei parcheggi in attesa della restituzione delle barelle.

«Oltre cinquanta ambulanze ferme a causa del blocco -barella e numerosi soccorsi in attesa di essere gestiti dalla Centrale operativa. Questo è lo scenario attuale che quotidianamente vivono i cittadini bisognosi di cure e gli operatori del 118 vittime anche loro, è bene ribadirlo, di questa vergognosa situazione. Come organizzazione sindacale - denuncia il Nur sind Ares 118 continuiamo a chiedere a gran voce discontinuità e cure urgenti per Ares 118».

  

Proprio ieri l’azienda regionale ha scritto per l’ennesima volta che «per garantire i servizi di emergenza riconducibili all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e assicurare sull’intero territorio regionale il servizio di soccorso sanitario in emergenza, data la carenza di personale e di automezzi propri, si rende necessario per Ares 118 dover integrare il proprio assetto organizzativo con risorse umane e tecnologiche facendo ricorso all’apporto di soggetti terzi».

Per questi motivi Ares ha deliberato «una procedura selettiva tra gli enti e le associazioni e istituzioni di volontariato» per l’affidamento «di durata annuale eventualmente rinnovabile per un ulteriore anno, nei limiti del tetto complessivo di costo massimo rimborsabile annuo di 10 milioni e 446 mila euro».

Si tratta di 22 mezzi, più le relative équipe di soccorso, fra automediche e ambulanze per andare a ricoprire altrettante postazioni del 118. Ma gli organici sguarniti sono anche nei principali ospedali romani. Pure il Sant’Andrea è alla ricerca di medici «in sostituzione di personale assente per le esigenze del Pronto soccorso».

Stessa situazione al San Camillo-Forlanini, dove «l’azienda si trova in grave carenza di perso nale medico di Pronto soccorso per cui si riscontano evidenti problemi di impossibilità a garantire la turnazione minima nel Ps con gravi ripercussioni sull’utenza».

Sin dall’ottobre scorso «è stato indetto un avviso di disponibilità per il conferimento di incarichi libero -professionali a medici da destinare alla Medicina d’urgenza-Ps-Osservazione breve, con il quale ancora non è stato possibile coprire il fabbisogno». Ma l’ospedale ha ancora la «necessità di dotarsi con urgenza di un idoneo strumento atto a garantire la possibilità di far fronte con tempestività alle esigenze aziendali in caso di situazioni contingibili e urgenti» per affidare incarichi della durata di 6 mesi da 36 ore settimanali con una remunerazione pari a sessanta euro l’ora.