sconfitta imminente
Regione Lazio, fantasmi neri a sinistra: Pd ossessionato, vedono fascisti ovunque
Voto utile e il solito antifascismo. Il Partito democratico, alla vigilia di una probabilissima sconfitta alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio prossimi, resta a corto di argomenti e, dopo aver provato ad attaccare il candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio, Francesco Rocca, sul piano personale, si rifugia nella caccia al presunto fascista. E così, se il fascista non esiste, la sinistra se lo inventa. Parte la Repubblica che utilizza un convegno su Pnrr e istruzione organizzato dalla Lega e alla quale è intervenuto il ministro Giuseppe Valditara, per attaccare il partito di Salvini. Motivo? Il ministro e il segretario regionale della Lega Claudio Durigon sono stati accolti da un coro di studenti di due istituti comprensivi di Latina. I ragazzi erano vestiti con le divise delle scuole e hanno cantato l’Inno di Mameli. Niente camicie nere, insomma. Ma per la Repubblica sono diventati i «balilla leghisti». La cosa più grave è che a sinistra gli sono andati appresso. Prima con la senatrice Pd Cecilia D’Elia, secondo cui la Lega avrebbe usato le scuole per fare campagna elettorale. Poi è scesa in campo addirittura la Cgil di Roma e del Lazio e di Frosinone e Latina. Degli studenti che cantano l’Inno di Mameli rappresenterebbero una «immagine da ventennio» per il sindacato. E anche Sinistra Italiana invita Valditara a non coinvolgere le scolaresche in kermesse politiche.
Ma, indagando, si scopre che le cose non stanno affatto così; che il fascismo non c’entra nulla; né scuole e bambini sono stati usati per fare campagna elettorale. I presenti assicurano, infatti, che durante l’incontro si è parlato solo di Pnrr e di istruzione. Non è stato distribuito materiale elettorale, non si è parlato di elezioni regionali, non è intervenuto alcun candidato. I ragazzi erano vestiti con le divise ufficiali della scuola (maglietta bianca con logo in un caso, gilet nell’altro) e che l’intonazione dell’Inno di Mameli è stato il modo per accogliere un rappresentante della Repubblica, il ministro Valditara appunto. Quale migliore accoglienza se non l’Inno, intonato peraltro da studenti dell’indirizzo musicale? Insomma, un normale incontro istituzionale per parlare di scuola e nel quale solo di scuola si è parlato, organizzato peraltro da Giovanna Miele, deputato leghista componente della commissione Scuola. «Le reazioni scomposte di sinistra e sindacati sul convegno "Pnrr: piano scuola 4.0" denotano totale malafede spiega proprio Giovanna Miele - Un’iniziativa dove non c’è stato un appello al voto, dove non ha parlato alcun candidato, ma si sono messe in risalto le potenzialità e il lavoro svolto dagli istituti del capoluogo. Le scolaresche, impegnate nel coro di benvenuto riservato al Ministro dell’Istruzione e la cui divisa era una maglia con il nome della scuola, erano presenti in rappresentanza degli istituti che a Latina e provincia si sono resi protagoniste per le iniziative che hanno realizzato grazie all’impegno del loro gruppo docenti e dirigenti. Una iniziativa che con orgoglio ho organizzato come parlamentare della Repubblica e componente della commissione Istruzione, e alla quale ho ritenuto opportuno invitare il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e il sottosegretario Claudio Durigon. Nel convegno nessun riferimento è stato fatto alla politica né tanto meno alle prossime consultazioni elettorali regionali né tantomeno alcun candidato ha preso parola o è intervenuto durante i lavori».
L’onorevole Miele poi ricorda come «nel 2018» in piena campagna elettorale Nicola Zingaretti si sia reso protagonista di una «passerella presso l’Isiss Teodosio Rossi di Priverno» e come lo stesso Zingaretti, «da candidato al Parlamento, abbia tenuto conferenze stampa in sedi istituzionali, e per questo venendo condannato da Corecom e AgCom». «La stessa Cgil non si è indignata - ricorda Miele - per la candidatura da capolista del Polo progressista di una sua rappresentante. Lezioncine di morale, da questi indignados per proprio tornaconto personale, non ne accettiamo». «L’incontro al quale sono stati invitati il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e il sottosegretario Claudio Durigon, è stato centrato completamente ed esclusivamente sui temi della scuola e del futuro della didattica e nulla ha avuto a che fare con la campagna elettorale. Non possiamo tacere e non siamo disposti ad accettare ricostruzioni totalmente prive di ogni fondamento della sinistra e della Cgil che si presta alla politica per fare demagogia», afferma Pina Cochi, coordinatore comunale della Lega Latina, che aggiunge: «Negli ultimi cinque anni i ministri dell’Istruzione, Marco Bussetti e Giuseppe Valditara, hanno dimostrato vicinanza a Latina e alla sua provincia anche attraverso la loro presenza. Finalmente l’istruzione è tornata centrale nell’agenda politica del Governo italiano. Lavoriamo insieme sul Pnrr, affrontiamo le nuove sfide e sosteniamo le nuove generazioni per accompagnarle verso la costruzione del loro futuro, non certo per educarle ai periodi bui della storia d’Italia. Solidarietà alle alunne, agli alunni, alle loro famiglie e al corpo docente che si vuole loro malgrado coinvolgere in una sterile polemica prodotta da chi purtroppo lavora ancora per alimentare le divisioni, affinché non cambi nulla anche nella scuola», conclude Cochi.
E lo stesso Durigon annuncia querele ed azioni legali e spiega che «scandalizzarsi per l’Inno di Mameli e far passare un evento istituzionale per fascismo è un’assurdità oltre che un’affermazione che lede gravemente l’immagine delle persone che vi sono state invitate. Mettere in mezzo dei ragazzi è vergognoso e a loro va la mia solidarietà. Siamo rispettosi e osservanti in ogni minimo particolare della nostra Costituzione». Sempre sul tema del fascismo, poi, insiste anche Alessio D’Amato che se la prende con Francesco Rocca che «cita Primo Levi ma candida i fascisti» e al quale chiede di «prendere le distanze da movimenti dichiaratamente fascisti». Nessuno dei quali, però, appoggia Rocca in campagna elettorale. L’accusa strumentale di D’Amato viene infatti rispedita al mittente dal coordinamento regionale del Lazio della Lega: «D’Amato non usi l’Olocausto per bieca propaganda politica. La Memoria è un valore condiviso che non deve essere toccato. Se poi vuole parlare di prese di posizione, spieghi la presenza dei professionisti delle occupazioni nelle liste che lo sostengono. O dobbiamo pensare che la sinistra giustizialista e che si racconta senza macchia e senza paura tuteli forme esecrabili di illegalità?».