delitti a luci rosse
Roma, dalle telecamere di Prati il volto del killer delle escort
A poco più di 36 ore dal triplice omicidio che ha sconvolto il quartiere Prati, un uomo di nazionalità cubana sarebbe stato portato in questura nella tarda serata di ieri per essere interrogato. Del resto le indagini della squadra mobile sono proseguite senza sosta per stabilire con esattezza cosa è accaduto giovedì mattina nei due appartamenti distanti meno di un chilometro. La prima certezza è che ad essere stata accoltellata per prima è stata Marta Castano Torres, 65 anni, invia Durazzo 38, in un mini appartamento che si trova in un seminterrato dove viveva e si prostituiva insieme alla sorella transessuale che ha scoperto il cadavere in una pozza di sangue sul letto. La furia omicida sarebbe infatti scoppiata, secondo gli inquirenti, durante un rapporto sessuale. L'orario dell'omicidio non è stato ancora stabilito. Sarà l'autopsia, che si svolgerà oggi al Gemelli, a far luce sull'esatto momento della morte della colombiana. Un altro dato che avrebbe dato un'ulteriore accelerazione alle indagini è la presenza di telecamere all'interno di entrambi gli appartamenti "a luci rosse". Se gli obiettivi elettronici erano in funzione in mano agli inquirenti ci potrebbe essere anche il volto dell'assassino. Ma non è escluso che il killer possa essere stato ripreso dai numerosi impianti di videosorveglianza della zona. Secondo gli investigatori, all'interno dell'abitazione di via Augusto Riboty, l'omicida era in una stanza con la cinese più giovane, di circa 25 anni. All'improvviso sarebbe scoppiata tra i due una violenta lite e l'uomo avrebbe impugnato l'arma. A quel punto la donna più anziana (di circa 45 anni) sarebbe corsa in soccorso dell'altra rimanendo ferita a morte. La ragazza, nuda, avrebbe cercato di scappare, ma sarebbe stata raggiunta sull'uscio dell'abitazione e colpita con una coltellata al fianco sinistro. La giovane, mentre l'assassino usciva dall'appartamento, sarebbe comunque riuscita ad aprire la porta di casa per poi cadere sul pianerottolo, dove è stata trovata in un lago di sangue dal portiere. Non si esclude che l'omicida indossasse un abbigliamento sportivo considerando la velocità con cui ha ucciso le due donne, è uscito dall'abitazione e ha fatto perdere le sue tracce. Sul muro, accanto alla porta dell'appartamento al primo piano, sarebbe stata rinvenuta anche l'impronta di una mano insanguinata sul muro, probabilmente lasciata dalla seconda vittima mentre cercava di sottrarsi alla furia omicida. Intanto la procura ha aperto due fasciocoli distinti, ma nelle prossime ore potrebbero essere accorpati poiché la convinzione è che sia stata la stessa mano a impugnare un coltello, tipo stiletto, e uccidere le tre donne. E qui va fatta una precisazione: Marta Castano Torres si sarebbe sottoposta a un'operazione per diventare donna, a differenza della sorella che invece è una transessuale di 60 anni. Un altro elemento del quale sono sicuri gli investigatori,è l'estraneitàdei condomini del palazzo di via Riboty, tutti ascoltati dagli agenti della Squadra Mobile. All'esame degli investigatori c'è anche una piattaforma di incontri "a luci rosse" dove la colombiana si procacciava i clienti a cui dava appuntamento in via Durazzo 38, dove abitava da una decina di anni. Dagli ultimi messaggi ricevuti potrebbero uscire elementi utili a risalire all'assassino. Gli inquirenti stanno inoltre analizzando i video delle telecamere di sorveglianza del quartiere e stanno passando al setaccio i cassonetti delle aree vicine ai due appartamenti nella speranza di ritrovare l'arma del delitto. Nelle mani degli agenti della Mobile ci sarebbero anche i telefonini delle vittime, dai quali potrebbero emergere contatti con l'omicida, il quale potrebbe essersi presentato agli appuntamento già con l'arma addosso, agendo quindi con premeditazione. Non solo. Sotto la lente degli inquirenti ci sono anche i tabulati telefonici: molti clienti ora temono di finire nell'elenco dei numeri sotto osservazione. Verifiche anche delle celle telefoniche della zona. La Scientifica, poi, è a caccia di possibili tracce biologiche del killer per poter effettuare l'esame del dna. E quella di ieri è stata un'altra gioranta di interrogatori: sono stati sentiti i proprietari dell'abitazione di via Riboty, italiani che vivono in Veneto.