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Roma, frenata sugli sgomberi: un regalo ai centri sociali. E i "movimenti" esultano

Susanna Novelli
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È il «modello Spin Time» a vincere su legge, politica e buon senso. L'ordinanza firmata ieri dal sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, ha fatto sì che il semaforo degli sgomberi dei palazzi occupati abusivamente dai «movimenti per la casa» resti fisso sul colore rosso. Una pietra tombale al programma degli sgomberi stilato dall'ex prefetto e attuale ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che riconosce residenza e allacci gratuiti di luce, acqua e gas. Un messaggio deflagrante in una Capitale che conta 27 grandi immobili occupati da anni in modo del tutto illegale, molti dei quali proprietà privata, e sui quali il Comune sarà chiamato a risarcire danni milionari. Una mossa attesa, del resto, non tanto per una mozione del giugno scorso approvata dalla maggioranza che di fatto «invitava» il sindaco a derogare al decreto Lupi - le mozioni che si traducono in atti concreti si contano sulle dita di una mano - quanto piuttosto per la crisi altrimenti irriversibile di un Pd da sempre ostaggio della sinistra capitolina.

E lo «Spin Time» appunto ne è diventato il modello. Il palazzone ex Inpdap in via Santa Croce in Gerusalemme è stato occupato nel 2013 da «Action», movimento che proprio fino a quegli anni aveva persino consiglieri eletti in Consiglio comunale. Abitazioni, laboratori e due piani sotterranei dove si svolgono regolarmente feste a pagamento.

 

Non a caso, proprio in questi giorni alcune voci di preoccupazione sul decreto Piantedosi anti Rave si erano alzate anche dagli occupanti dello «Spin Time». Un palazzo protetto persino Oltretevere, al punto che nel maggio 2019 l'elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, si calò nel pozzetto Acea per riattaccare la corrente, staccata dall'azienda capitolina per una morosità di oltre 300mila euro. Allo stato attuale, come denunciato da Il Tempo, quello stesso contatore risulta staccato. Eppure il palazzo è fornito di luce. «Dispersione elettrica» in gergo tecnico. E non è un caso che tra i prossimi sgomberi segnati sul cronoprogramma dell'ormai ex prefetto Piantedosi ci fosse proprio lo «Spin Time», dove è bene ricordare che l'allora candidato sindaco Roberto Gualtieri, tenne persino una conferenza stampa.

Una bella sanatoria con tanto di stop al ripristino della legalità che arriva, guarda caso, all'indomani di una sonora sconfitta del centrosinistra proprio nella Capitale e alla vigilia della campagna elettorale per le regionali che indicano nel Lazio la vittoria a tavolino del centrodestra. Non a caso tutto il centosinistra ha esultato all'ordinanza, dalla presidente dell'Assemblea capitolina, Sveltana Celli all'assessore al Patrimonio, Tobia Zevi. Un segnale politico dunque che rischia tuttavia di alzare l'asticella della tensione in una Capitale dove il clima, soprattutto nelle università, è già rovente. E dove il caro bollette sta già facendo vittime tra commercianti e famiglie. A loro nessuna «grazia», anzi la beffa che dovranno pagare pure quegli allacci abusivi così come quel danno erariale creato e alimentato da una sanatoria dopo l'altra.

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