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DFM, l'impresa del Lazio va alla conquista del mondo
Da Monterotondo sono arrivati a conquistare il mondo. Dalla Florida alla Repubblica Dominicana, al Vietnam, al Paraguay, fino a toccare oltre 50 Paesi. In epoca di pandemia, crisi energetica, guerre e restrizioni, c’è un’impresa laziale che continua a espandersi nonostante le difficoltà emergenti, generando profitti e assunzioni. Si chiama DFM.
E’ loro il “marchio di fabbrica” sulla nota zanzariera plissettata SharkNet (coperta da brevetto), che grazie al suo originale sistema di movimentazione senza molle ha rivoluzionato il mercato italiano e internazionale di settore. I numeri parlano chiaro: l’azienda, infatti, non ha solo resistito al crollo economico dovuto alle limitazioni pre e post conflitto ucraino o agli innumerevoli tentativi di imitazione, riuscendo a rimodulare la propria strategia di business registrando a fine dello scorso anno un +35,36% sul fatturato e un +87,60% sugli utili rispetto all’anno precedente. Nel 2022 ha, infatti, pure favorito assunzioni. E altri “innesti” sono previsti per l’anno prossimo. Il fatturato estero ha fatto registrare, poi, un + 21,7% su quello dell’anno prima, con le previsioni ancora in netto rialzo.
E’ una storia di successi che parte da molto lontano, quella della DFM e della sua idea innovatrice. Dalla fine degli anni’70. All’epoca, infatti, Sergio Marcantoni, patron della società, aveva un lavoro fisso ben retribuito, una moglie, un figlio e un secondo in arrivo. Ma non si sentiva felice. Così, in un colpo di follia, decise di licenziarsi e di darsi proprio alle invenzioni. Creò una zanzariera inedita, simile alle tende plissé ma più morbida, con un sistema di aggancio diverso, meno pericolosa e soprattutto resistente. Tanto resistente. Anche alle pallonate. L’ha pure testata personalmente l’ex calciatore della Roma, Bruno Conti.
Il segreto del successo? Oltre ad aver puntato sull’innovazione e il marketing strategico, un altro carattere distintivo della società è sempre stato quello di aver basato i propri trionfi sul valore della famiglia e sui rapporti umani. Chi lavora da loro, infatti, lo fa da venti o trent’anni, a testimonianza di quanto le relazioni affettive siano determinanti nella costruzione di un’azienda solida. E’ una storia fatta di legami e intuizioni insieme. Che ha tutta l’intenzione di andare oltre: “Il mercato nazionale è il nostro primo riferimento ovviamente ma, considerando quanto il Made in Italy è apprezzato all’estero, entro 10 anni vorrei raggiungere il 50% sul fatturato globale”, afferma Sergio Marcantoni. “Sempre con una grande attenzione alla tecnologia, ai valori umani, al green e alla sostenibilità”.