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Caos rifiuti, viaggio nel disastro Ama tra nomine sgradite e dirigenti part time

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Il presidente Pace in «prestito» da Invitalia guida il cda senza percepire compensi

Claudio Querques
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Nomine sgradite ai sindacati, dirigenti sul piede di guerra, cronica mancanza di personale, operatori inidonei che guariscono all'improvviso e sempre dopo i controlli degli ispettori. Tutto questo e altro ancora in un acronimo: Ama. Il futuro della Città eterna e dei nostri cassonetti dipende da questa azienda racchiusa in 3 lettere, una Spa partecipata al 100% dal Campidoglio. Il declino o la rinascita, raccolta, smaltimento e trattamento dei rifiuti. Con una missione speciale: realizzare il termovalorizzatore, l'arma letale contro la devastazione climatico-ambientale di questi giorni.

 

La prima anomalia è che il nuovo presidente Ama, Daniele Pace, già a Invitalia - in un delicato equilibrio di interessi - guiderà il Cda a titolo gratuito. Non percepirà un euro. Una forma di volontariato part time. La principale utility italiana, oltre 7.000 dipendenti, un bacino di utenza di 2.848.084 romani, una raccolta di circa 1.570.000 tonnellate l'anno di rifiuti, come un'impresa del Terzo settore. Quando si dice la beneficenza.

 

E che dire del Cda? Nel tourbillon delle nomine si è deciso di dare diritto di rappresentanza all'opposizione chiamando l'architetto Claudio Voglino a completare l'assetto della nuova governance. Bene. Peccato che poco prima il capo di Gabinetto del sindaco, Albino Ruberti- apprezzatissimo a Palazzo Senatorio - aveva annunciato che il Cda sarebbe passato da 3 a 5 membri. Risultato: il rapporto maggioranza-opposizione è passato da 2 a 1 a 4 a 1. In compenso, in ossequio alle quote rosa, sono arrivate ben 3 donne: la manager Elisabetta Ferrari, già nel Cda di Sogesid, azienda del Mite, e prima ancora ad di Villa Serena, residenza sanitaria assistenziale per anziani; Luana Labonia, fedelissima del dg capitolino Paolo Aielli, e l'avvocato Claudia Pezzi. Per la cronaca: ogni membro del Cda percepisce circa 1.200 euro al mese, i revisori dei conti, chiamati a verificare bilanci a sei zeri, 650 euro.

 

La seconda anomalia, acclarata in queste ore dai tecnici, era sin dall'inizio di una evidenza solare. Gualtieri, commissario con permesso di incenerire i rifiuti, vuole «andare avanti come un treno» ma non riuscirà a realizzare l'impianto in tempo per il Giubileo, Nel frattempo dovrà pensare ad altre soluzioni.

Quali? Continuerà a puntare sull'Ama? Solo per espletare la gara saranno necessari infatti non meno di 18 mesi. Progetto, autorizzazioni, costruzione, prove, etc, etc. Più eventuali espropri: tempo che si somma ad altro tempo.

Ma dicevamo dei compensi ridotti all'osso, un lascito della disgraziata stagione minimalista di Virginia Raggi. Maurizio Pucci, il signor Wolf del Campidoglio, l'uomo che risolve i problemi, l'ex assessore del sindaco Marino, il dg facente funzioni Ama, nonché coordinatore dei lavori per il Giubileo, svolgerà anche lui l'incarico a costo zero. Lavorare gratis in Campidoglio e dintorni sta diventando una «magnifica» abitudine. E i sindacati confederali, che in Ama spadroneggiano da sempre, e da 5 anni chiedono 500 nuove assunzioni «urgenti», non hanno nulla da obiettare.

 

Il risentimento ci fu, però, quando, nell'aprile scorso, arrivò il nuovo dgr Andrea Bossola, ex manager di Acea. Decisione osteggiata da chi si aspettava una promozione interna. Spuntò fuori la vicenda giudiziaria che aveva coinvolto Bossola per gli approvvigionamenti d'acqua dal lago di Bracciano. Fuoco amico e fuoco nemico ma Gualtieri tenne duro. Più recente è il malumore per le nomine di 6 dirigenti, il primo atto del nuovo Cda. Dentro il disastro di questi giorni, nei cassonetti strapieni, non ci sarebbe insomma solo l'effetto del Tmb2 bruciato ma anche il risultato della protesta sotterranea, i veleni che circolano in via Calderon de la Barca. Tra le accuse mosse a Gualtieri anche quella di aver ricevuto in Campidoglio i sindacati, presenti Ruberti e Pucci, trattando premi e straordinari, bypassando i vertici. Errore fatale. 

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