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Roberto Gualtieri vuole l'Ecopass. Modello Milano per Roma: tassa per l'accesso e meno parcheggi

Martina Zanchi
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L'assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, ha in mente un'equazione per il centro storico. Vuole liberarlo una volta per tutte dall'assalto delle automobili e la sua formula è composta da quattro addendi: un poker di misure ambiziose pensate per funzionare insieme. La prima è la «congestion charge»: la tassa d'ingresso alla Ztl Vam per le automobili a partire dall'8 dicembre 2024. Il perimetro è più ampio di quello delle Mura aureliane e si estende sul Municipio I, il Vaticano e parte dei quartieri Gianicolense e Aurelio sud. Patanè e il sindaco Gualtieri hanno annunciato ladecisione durante gli Stati generali della mobilità, i124 giugno, spiegando di essersi ispirati al modello di Milano. Il secondo elemento sono le linee guida per il nuovo Programma urbano dei parcheggi, di prossima scrittura. Il 17 giugno la giunta ha deliberato che nel cuore della Città eterna le aree di sosta su strada dovranno essere ridotte all'osso. Lo spazio oggi occupato dalle auto dovrà essere sostituito da nuovi servizi per il trasporto pubblico e per la mobilità alternativa.

 

 

Oggi, secondo l'amministrazione capitolina, il centro storico è «un garage a cielo aperto» e la situazione deve cambiare al più presto. C'è poi una memoria di Giunta, di quattro giorni fa, che già dal prossimo novembre estende dall'Anello ferroviario alla Ztl Fascia Verde il divieto di accesso per più vecchie: diesel Euro 3 e benzina Euro 2, con i vigili urbani (e presto le telecamere) a controllare il rispetto delle regole. Nel corso degli anni le limitazioni saranno estese a sempre più veicoli, ma l'effetto immediato dovrebbe essere quello di una prima "scrematura" sui mezzi che entrano nella Capitale. La stretta sulle emissioni riguarda anche i furgoni commerciali, che dal 2023 potranno entrare in centro per il carico e scarico solo se ibridi, elettrici o di classe Euro 6.

 

 

Ma se imporre divieti e nuove regole può essere relativamente semplice, molto più complicato sarà garantire una valida alternativa ai romani che vorranno, o dovranno, lasciare la macchina in garage. Entriamo nel capitolo degli investimenti sui mezzi di trasporto pubblici, e per ora l'assessore alla Mobilità di promesse ne ha fatte diverse. «Entro il 2030 - ha detto - arriveremo a 17 linee tram». Oggi sono sei, vuol dire realizzarne altre undici. Sempre entro il 2030, ad esempio, ha annunciato la metro A fino a Monte Mario e Torrevecchia; l'avvio dei lavori per la metro D e l'avanzamento della C, con le fermate di Porta Metronia e Colosseo da aprire «da qui al Giubileo». L'impresa è mastodontica ma le risorse non mancano: a Roma Capitale viene in soccorso il Pnrr, i cui fondi dovrebbero finanziare buona parte di queste opere. Questa volta non si può fallire.

 

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