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Roma è bollente, ma il piano caldo non c'è. Pronto soccorso in crisi

Martina Zanchi
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L'ondata di calore che ha travolto la capitale ha trovato il Campidoglio impreparato. Da giorni la città boccheggia sotto una cappa di afa e umidità: nelle scorse ore, sotto il vento caldo dell'anticiclone Caronte, è stato toccato un nuovo picco vicino ai 40°C. Oggi, secondo il Ministero della Salute, il livello di emergenza è massimo. Nonostante il bollino rosso, Roma Capitale non ha ancora un piano per proteggere la popolazione più vulnerabile: gli anziani, i bambini, ma anche i turisti che affollano piazze e monumenti e sono facile preda di venditori abusivi, pronti a proporre bottigliette d'acqua di provenienza sconosciuta. Del piano caldo non c'è traccia in commissione Politiche sociali. «Ad oggi argomento non pervenuto», afferma Flavia De Gregorio, commissaria e consigliera della Lista Calenda. Eppure, sottolinea, «ogni anno sappiamo che il caldo arriverà esattamente come il freddo».

 

 

Così come dovrebbero saperlo bene anche gli ospedali e i Pronto soccorso della Capitale, che ieri hanno vissuto una «giornata durissima», come ammesso dallo stesso assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. Gli incendi, ha detto, «stanno sottoponendo ad uno stress test impegnativo tutti i servizi di soccorso a Roma». Basti pensare che nel primo pomeriggio di ieri, all'ospedale Pertini, c'erano 81 pazienti in attesa sui 121 totali ospitati nell'area emergenza. Stessa situazione al policlinico, con 80 persone, e al Gemelli, con 73. Nei cinquanta pronto soccorso laziali, alle tre del pomeriggio, le persone in sala d'attesa erano ben 452 mentre 790 aspettavano il ricovero o il trasferimento.

 

 

Il sindaco ha evidenziato che i roghi sul territorio sono stati alimentati da una «eccezionale ondata di calore». Ma nel concreto, non è chiaro cosa e soprattutto quando il Campidoglio metterà in atto soluzioni concrete per evitare conseguenze sulla salute dei cittadini. «Sarebbe gradito - ironizza la consigliera De Gregorio avere contezza della programmazione che la nostra giunta ha messo in atto per tutelare i più fragili». Dal Campidoglio, al momento, trapela poco; a breve dovrebbero essere disponibili piscine comunali per gli anziani e anche i Municipi dovrebbero avviare iniziative nei loro territori. Caronte, però, non aspetta nessuno.

 

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