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Incidente Bochicchio, giallo sulla morte del broker dei vip: si indaga per istigazione al suicidio

Augusto Parboni
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Non è ancora chiara la dinamica dell'incidente stradale che ha tolto la vita al broker Massimo Bochicchio. Per cercare di far luce sulla sua morte, gli agenti della Polizia di Roma Capitale hanno già ascoltato tre persone tra sabato e ieri. Tutti i testimoni hanno riferito di aver visto la motocicletta su cui viaggiava Bochicchio spostarsi improvvisamente verso destra senza che ci fossero ostacoli o altri veicoli nelle vicinanze.

Dopo i rilievi eseguiti della Polizia locale, che hanno compiuto un primo monitoraggio e un esame accurato della zona per ricostruire la dinamica, ieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo e attivato una collaborazione con l'aeroporto dell'Urbe per verificare l'esistenza di impianti di videosorveglianza che possano aver ripreso l'area dove è avvenuto l'incidente, a circa 400 metri dallo scalo. Sul manto stradale, secondo quanto emerso, non sono stati rilevati segni di frenata. Una volta concluse queste verifiche, una prima informativa arriverà ai pm di piazzale Clodio che procederanno all'apertura di un fascicolo, ipotizando il reato di istigazione al suicidio, finalizzato a disporre accertamenti tecnici e medico-legali sul corpo, rimasto carbonizzato.

La pista del malore, per ora, resta quella più accreditata. La vittima, comunque, aveva il braccialetto elettronico, che si sarebbe parzialmente danneggiato tra le fiamme. Intanto il Nucleo speciale di Polizia Valutaria della Finanza di Roma ha acquisito sabato sera tablet, computer, telefonini e documenti a casa di Massimo Bochicchio.

L'accertamento servirà a ricostruire le ultime ore e gli ultimi contatti del broker. Bochicchio era finito sotto processo a Roma dopo essere stato accusato di aver truffato anche alcuni vip e personaggi dello sport, tra cui l'attaccante della Roma Stephan El Shaarawy e l'ex mister dell'Inter Antonio Conte. Ieri, comunque, prima che venisse rinviato dal tribunale il processo a carico del broker, imputato per riciclaggio e abusiva attività finanziaria, il difensore di alcune delle parti offese ha depositato documentazione che dimostrerebbe che l'imputato non avrebbe mai avuto intenzione di risarcire le presunte vittime. Questo perché, secondo il difensore dei presunti truffati, Bochicchio non aveva «depositato» i soldi per i suoi clienti da risarcire nella società che aveva indicato. «Non si deve strumentalizzare la morte di una persona costruendo un film su qualcosa che non esiste», ha detto l'avvocato Gianluca Tognozzi, difensore di Massimo Bochicchio. 

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