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Tavolino selvaggio a Roma, flop multe. Ristoratori in guerra, partono i ricorsi dopo il blitz
Almeno un esercente su due non paga le sanzioni elevate per occupazione di suolo pubblico totalmente o parzialmente abusiva. Tra ricorsi, sospensive al Tar, annullamenti per procedimenti errati, alla fine nelle casse capitoline entrano ben pochi soldi rispetto alle cifre messe nero su bianco dalla Polizia Locale che riporta l'ammontare dei verbali elevati nei confronti dei titolari degli esercizi di somministrazione: circa 26 mila euro nel caso degli esercenti del Pantheon, ultimo blitz della Municipale. «Il sistema sanzionatorio va ripensato - tuona Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti - e deve andare comunque verso una apertura per nuovi spazi. Milano e Firenze ci dovrebbero insegnare qualcosa senza andare a guardare le altre metropoli». Il Campidoglio, invece, ha promesso linea dura e annunciato una task force anti «furbetti» delle occupazioni di suolo pubblico, che andrà avanti per ripristinare le regole.
Sono 25 i vigili in più sul campo dedicati proprio a questo lavoro, in realtà una goccia nel mare di fronte alle migliaia di «osp» emergenziali rilasciate durante i due anni di pandemia e prorogate dal Governo fino alla fine di ottobre, e hanno iniziato da una delle piazze da sempre vetrina nel male e nel bene degli spazi occupati da tavoli e sedie, ovvero il Pantheon. «Facile e indolore iniziare da noi - commenta lo storico ristoratore Di Rienzo, multato anche lui insieme a tutti gli altri pochi giorni fa - stiamo vedendo con gli avvocati di fare ricorso. Stiamo cercando di sopravvivere dopo due anni di nulla e sinceramente non ci saremmo aspettati un simile atteggiamento da parte dell'Amministrazione. Tra le occupazioni di tutti gli esercenti su questa piazza si copre appena il 20% della superficie complessiva, non diamo fastidio a nessuno, è un'area pedonale, i mezzi di soccorso hanno tutto lo spazio necessario per passare. Insomma, non si vede proprio la ragione di quello che è accaduto». Di media sono stati tolti decine di tavoli a ciascun esercizio, al momento gli operatori non hanno ripristinato la situazione precedente per timore di ulteriori sanzioni e conseguente chiusura del locale.
Ma con la promessa dell'anonimato, più di un operatore su piazza ammette che «la multa non è un deterrente di fronte alla voglia di rimettersi a lavorare come prima del Covid», contando sulla fortuna di una ripresa del turismo nella Capitale addirittura inaspettata. «Abbiamo dovuto mandare via la gente seduta mentre i vigili ci intimavano di togliere i tavoli - racconta un altro esercente - c'erano dei turisti che guardavano la scena con uno stupore incredibile e ci chiedevano cosa stesse succedendo». Ricorreranno praticamente tutti contro quelle sanzioni e il motivo non è economico. Non è la multa a spaventare quanto il principio di un Comune che, a loro dire, non risolve la questione da anni e si «limita» a multare. «Siamo disposti a pagare di più le occupazioni - continua Di Rienzo - per il Campidoglio sarebbe un vantaggio. Non capisco invece questo modo di agire. Sediamoci a discuterne, personalmente siamo su questa piazza da 70 anni e non ci sentiamo certo degli abusivi, ma persone che danno lavoro a decine di dipendenti, che saremo costretti a licenziare se ci toglieranno i tavoli».