Esami a scuola con le mascherine, la sentenza del Tar fa infuriare il Codacons
Il Tar del Lazio ha, respinto il ricorso proposto dal Codacons e ha stabilito che l’utilizzo delle mascherine, tra gli altri, continua a essere obbligatorio, per gli studenti, fino al 31 agosto 2022. I giudici amministrativi hanno sottolineato che una eventuale anticipazione della cessazione di tale obbligo necessita di «un apposito decreto-legge, attesa l’inidoneità di un’ordinanza ministeriale a disporre in senso difforme a quanto previsto in apposita disposizione di rango legislativo, in mancanza di una norma che lo consenta espressamente», valutazione rimessa «all’esclusiva responsabilità della scelta di politica legislativa nella specifica materia». Il Tar ha anche dichiarato, per ragioni processuali, priva di presupposti la questione di legittimità costituzionale sollevata dal Codacons sul decreto legge n. 24 del 2022.
Riguardo all’obbligo di indossare la mascherina da parte «degli studenti in sede di esami di terza media e di maturità per il corrente anno scolastico 2022, che, allo stato, appare la questione di maggiore attualità, atteso l’approssimarsi a giorni della conclusione dello svolgimento delle lezioni didattiche in presenza», i giudici amministrativi individuano quale termine finale dell’obbligo in questione, come in precedenza rilevato, la «conclusione dell’anno scolastico 2021/2022». Ci si potrebbe, allora, interrogare in ordine alla valenza che il legislatore abbia inteso dare alla suddetta espressione - si legge nella sentenza, ossia se finalizzata a individuare esclusivamente il termine delle lezioni didattiche, che è stato fissato per il corrente anno scolastico tra il 4 e il 16 giugno 2022, o se, invece, idonea a ricomprendere anche l’arco temporale successivo al termine delle predette lezioni e nel quale si svolgono le prove degli esami scolastici di cui in precedenza. Per la maturità, infatti, la prima prova si svolgerà mercoledì 22 giugno; mentre per l’esame di terza media la data è stabilita dai singoli istituti ma le prove dovranno concludersi comunque entro il 30 giugno.
Al riguardo, scrivono i giudici amministrativi, «si ritiene che l’utilizzo delle mascherine per gli studenti, come previsto dalla richiamata disposizione normativa di cui all’art. 3, co. 5, lett. a), del D.L. n. 24/2022, continui a essere obbligatorio per i medesimi fino alla fine dell’anno scolastico 2022, ossia al 31 agosto 2022 - e, pertanto, esame di terza media e maturità compresi - dal momento che il nuovo anno scolastico ricomincia formalmente il 1 settembre e atteso che, comunque, relativamente agli studenti interessati, prima dello svolgimento e conclusione dei predetti esami non può certamente essere decretata per loro la fine del relativo anno scolastico». Per poter permettere agli studenti di sostenere gli esami senza l’obbligo di utilizzo delle mascherine, si legge ancora nella sentenza, «sarebbe necessario un apposito decreto-legge, attesa l’inidoneità di un’ordinanza ministeriale di salute pubblica a disporre in senso difforme a quanto previsto in apposita disposizione di rango legislativo, in mancanza di una norma che lo consenta espressamente; allo stato, tale norma pare mancare», concludono i giudici.
«Gravissima ed errata». Così il Codacons definisce la sentenza emessa dal Tar Lazio sul ricorso promosso dall’associazione in difesa dei consumatori contro l’obbligo delle mascherine a scuola. Una decisione, si legge in una nota, «che dimostra come il Tar non abbia compreso che la legge ha integrato l’ordinanza impugnata, per cui il ricorso doveva essere proposto proprio contro quella ordinanza ministeriale. Il risultato di questo errore commesso dal Tar - spiega il Codacons - sarà che gli studenti dovranno affrontare gli esami di maturità e di terza media indossando la mascherina, con tutti i disagi e i fastidi del caso, considerato il caldo di questi giorni e le temperature raggiunte nelle aule scolastiche. La condanna alle spese ci lascia poi basiti e per questo stiamo valutando un possibile appello contro la sentenza emessa oggi dal Tar», conclude il Codacons.