Roma, sciopero bianco all'Ama. Fino al 15 giugno assemblee degli operatori e la città è sempre più sporca
È sciopero bianco in Ama. Da domani, e fino al 15 giugno, sono state infatti indette assemblee dei lavoratori in tutte le sedi e per tutti i turni di lavoro. Il tam tam è partito l'altro ieri, alla luce delle continue denunce di cittadini e organi stampa sullo stato pietoso in cui versano, ancora le strade. E se confermate le assemblee, da domani sarà ancora peggio. Sotto accusa non solo l'impasse sugli impianti di smaltimento che, pur reale, rischia in questo momento di trasformarsi nel più classico degli specchietti per le allodole. Il nodo infatti, o meglio, uno dei tanti, è la carenza di personale e l'organizzazione di quello in servizio. Come più volte denunciato sulle pagine di questo giornale, afronte di circa 6mila dipendenti Ama, gli «operativi» in strada, ovvero gli operatori ecologici a tutti gli effetti, quelli per intenderci che possono effettuare sia la raccolta, sia lo smaltimento dei rifiuti sono, di fatto, circa 2500. Oltre mille infatti risultano «parzialmente idonei», per motivi di salute e che dunque non possono effettuare lavori pesanti e poco più di 300 totalmente inidonei.
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A tutto ciò si aggiunge l'ormai cronica carenza di autisti che costringe, spesso e volentieri, a tenere i motori spenti ai mezzi pesanti. Complice poi il mancato concorso per nuove assunzioni, i pensionamenti e i «promossi» a lavori d'ufficio, ecco che numeri alla mano si comprende come mai la città stia spronfondando, neanche troppo lentamente, nell'ennesima emergenza rifiuti. Tutto, con una ripresa in corsa del turismo che necessita di un incremento dei turni di raccolta sinora ignorato. Una fotografia pietosa che fa da contraltare a un'amministrazione comunale che, ad oggi, si è limitata a cambiare il direttore generale dell'Ama, annunciare il termovalorizzatore e razionalizzare la raccolta per coprire i turni con il poco personale a disposizione. Pochino, rispetto a un annodi governo e soprattutto con il problema numero uno da risolvere. Dell'«Ama di Municipio» nessuna notizia.
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E a poco serve spostare i netturbini dalla periferia al centro, per evitare che, ancora una volta, le immagini di una Capitale affossata dai rifiuti ricomincino a fare il giro del mondo, con una vergogna che i romani non meritano, soprattutto alla vigilia dello scadere del pagamento della tariffa rifiuti. Non lo meritano neanche le migliaia di turisti che in questi giorni stanno invadendo la città eterna e che spesso si vede costretti a mangiare in locali del centro con accanto sacchi di immondizia. Non a caso ad alzare la voce stavolta anche Confcommercio e Federalberghi. Il Campidoglio tace, solo una timida dichiarazione del sindaco Gualtieri sul fatto di «essere al lavoro per trovare sbocchi alternativi al Tmb di Aprilia», già quello che da contratto chiude una decina di giorni per manutenzione. Da contratto, appunto. Fumo negli occhi insomma.