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Roma, slalom dei turisti in mezzo ai rifiuti. Domenica e festivi senza raccolta

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Francesca Mariani
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«Scusi, per il Colosseo?». È la domanda più frequente, chiesta in italiano stentato, oppure in inglese, in spagnolo, in francese, in tedesco, che ci sente fare invia Cavour. Rispondere è semplice, anche se sotto il sole cocente, s' inizia a sentire il puzzo di immondizia. «Sempre dritto, 500, 600 metri più avanti», si risponde, con la tentazione di consigliare allo straniero di turno di non guardare a terra. Già meglio ammirare lo splendore di Roma guardando in alto. In basso infatti cumuli di rifiuti tra le auto, marciapiedi invisibili dal fogliame ormai defunto; bustine con escrementi canini, birre - di ogni marca - e persino bottiglie di vino. Agli angoli, dove dal lunedì al sabato - ma solo dalle 7 alle 18 - ci sono i bidoncini dell'Ama per la differenziata, la spazzatura dei residenti o dei tanti turisti delle case vacanza, lasciata a terra.

 

 

Il folle piano della raccolta rifiuti nel rione Monti lo abbiamo denunciato sin da subito, anzi prevenuto denunciando la scomparsa dei cestini nel parco di Colle Oppio, sì proprio quello a ridosso del Colosseo con all'interno la Domus Aurea. Dall'amministrazione la chiamano «raccolta differenziata spinta» e andrebbe anche bene ma perché non farla dopo le 18, la domenica e i festivi? E soprattutto perché non mettere dei cestini gettacarte su percorso turistico più frequentato, insieme a San Pietro e Fontana di Trevi? Ieri al termine della parata migliaia di persone camminavano per via Cavour. L'immondizia che faceva da contorno. E l'imbarazzo di chi ci vive, quasi a sussurrare uno «scusate» per tanta differenza tra il guardare in terra e il guardare in alto.

 

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