emergenza
Peste suina, niente mountain bike e tartufi. Contro i cinghiali scatta la task force
Per gestire ed eradicare la peste suina a Roma nascerà una cabina di regia coordinata dal Prefetto e composta da Ministero della Salute, commissario straordinario, Regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale. A disporre l'apertura del tavolo interistituzionale è l'ordinanza firmata ieri dal commissario Angelo Ferrari e presentata alla stampa a margine di un incontro a Palazzo Valentini. Mentre i confini dell'area infetta vengono ampliati a Nord ovest oltre il Raccordo anulare - recependo peraltro le disposizioni della Commissione europea di due giorni fa - viene messa nero su bianco anche la scadenza per il via libera all'abbattimento dei cinghiali fuori dalla zona rossa. Avverrà entro 30 giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza, previo parere favorevole di un «gruppo operativo di esperti», e sarà a cura della cabina di regia. A Roma, finora, i casi positivi di peste suina sono otto e tutti nei pressi dell'area della riserva dell'Insugherata. Per segnalare carcasse di cinghiali d'ora in poi i cittadini potranno chiamare il numero verde 803555. L'ordinanza del commissario straordinario integra le disposizioni relative alla zona rossa con nuovi divieti, volti a evitare la diffusione del virus.
VIETATO ANCHE ANDARE IN MOUNTAIN BIKE
Oltre al divieto di pic nic, assembramento ed eventi all'aperto già imposto dall'ordinanza regionale del 7 maggio, nelle aree agricole e naturali della zona rossa ampliata ora è vietato anche andare in mountain bike, fare trekking, pescare e «raccogliere funghi e tartufi». Avvicinarsi e dar da mangiare ai cinghiali - oltre che dal buon senso - ora è vietato ufficialmente. In zona infetta, compresi i Parchi, non si può cacciare: il controllo è affidato alle forze dell'ordine e al personale degli enti di gestione delle aree protette.
CHIUSURA DEI VARCHI
Dato che i cinghiali infetti finora sono stati trovati solo all'interno del Gra, il primo obiettivo è quello di impedirne il passaggio oltre il Raccordo. Per questo motivo, la Regione collaborerà con Anas per la chiusura dei varchi in prossimità dell'A90. Il censimento dei «corridoi» è terminato è si sta procedendo alla chiusura dei primi passaggi in zona Trionfale. Nei punti in cui le aree verdi confinano con le zone urbane, invece, la Regione dovrà agire in sinergia con Roma Capitale.
ABBATTIMENTI NELLA «ZONA CONFINANTE»
Un'ampia area extra zona rossa diventa «zona confinante»: si estende fino ai confini con i comuni di Riano, Sacrofano, Formello, Campagnano di Roma e Anguillara Sabazia, arrivando a ridosso di Fiumicino. In questo esteso territorio entro 30 giorni la cabina di regia dovrà stabilire le modalità di cattura e abbattimento dei cinghiali «al fine di raggiungere l’obiettivo della riduzione della popolazione degli stessi». Non si spara, al momento, dentro la zona infetta. La valutazione su cosa fare all'interno dell'area di massimo rischio avverrà in una seconda fase.
ALMENO UN ANNO DI LAVORO DAVANTI
«L’obiettivo essenziale è quello di contenere la malattia ed eradicarla da questo Paese - ha detto il commissario straordinario Angelo Ferrari, a margine dell'incontro di ieri - Oggi il virus si propaga all’interno del mondo dei selvatici e vogliamo evitare il passaggio al suino domestico». L'obiettivo dell'eradicazione si raggiunge tecnicamente «a un anno dal rinvenimento dell’ultima carcassa positiva», ha precisato. Il Lazio ha quindi davanti un percorso lungo, lo ha chiarito il governatore Nicola Zingaretti sottolineando che «l’iniziativa di coordinamento è iniziata: la fase è complessa, ma affrontabile». «Ci prendiamo tutti insieme questa responsabilità - commenta l'assessore all'Ambiente di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi - anche il problema del sovrappopolamento dei cinghiali nei parchi naturali di Roma andava trattato e in questo modo riusciamo ad affrontare entrambe le questioni».