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A Roma parte la caccia ai cinghiali. Le mosse del Comune contro l'invasione e il disastro rifiuti

Luca De Lellis
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Nonostante il cambio di inquilino al Campidoglio, l’emergenza cinghiali a Roma (e in particolare nella zona Nord della città) è tutt’altro che terminata. Il comune, in base al protocollo firmato nel 2019 con Regione e Città Metropolitana, dovrebbe occuparsi di tenere pulita la città. Funzione che raramente viene adempiuta. Infatti, i mammiferi arrivano in città perché attratti dai rifiuti. Ovviamente, se c’è una certa contiguità tra i parchi e l’abitato, l’amministrazione dovrebbe mostrare maggior preoccupazione nella raccolta dell’immondizia. Nella parte Nord della città i cinghiali, negli ultimi anni, hanno colonizzato alcuni parchi, tra cui quello di Veio, dell’Insurgherata e di Monte Mario. È specialmente in queste aree che vengono visti pascolare tranquillamente, come fossero ormai veri e propri cittadini.

 

 

 

Il sindaco capitolino Roberto Gualtieri intende correre ai ripari per evitare che gli vengano attribuite le stesse responsabilità che sono state date all’amministrazione precedente. In accordo con la Regione e gli altri enti che trattano la gestione della fauna selvatica (come l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale), il Campidoglio ha scelto i provvedimenti da attuare. La curiosità è capire se l’impresa di tenere i cassonetti puliti sarà conseguita, o se sarà l’ennesimo fuoco di paglia. L’altro intervento è stato dichiarato dall’assessora all’ambiente e ai rifiuti Sabrina Alfonsi: “Già nei prossimi giorni, sulle aree di competenza comunale, grazie alla dettagliata mappatura di tutti i varchi di passaggio degli ungulati effettuata in XIV Municipio, partiranno i lavori di installazione di recinzioni elettrosaldate posizionate anche in profondità per resistere agli scavi”. Inoltre, sostiene Alfonsi, grazie alle mappature che seguono il tracciamento dei percorsi abitualmente seguiti dai cinghiali, “AMA può intervenire in modo mirato per effettuare lo svuotamento e la pulizia delle postazioni di cassonetti vicine ai varchi e, eventualmente, riposizionarle”.

 

 

Anche il presidente di RomaNatura, Maurizio Gubbiotti, parteciperà a questa coalizione contro i cinghiali cittadini. Ma si dice anche perplesso sul funzionamento del piano riguardante le recinzioni: “Ci impegneremo a sistemare delle recinzioni, con uno stanziamento di circa 70mila euro. Però non è con le sole recinzioni che si possa affrontare il problema in una città che vanta 84mila ettari di aree protette”. Queste, ha chiosato Gubbiotti, “possono essere utili nell’ottica di contenere la fuoriuscita dei cinghiali dal loro habitat. Però occorre lavorare anche per ridurre il numero di questi esemplari”. La telenovela continua e, a questo punto, ci si chiede se avrà mai una fine.

 

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