Torna l'incubo rifiuti, a Roma l'emergenza è dietro l'angolo
A due mesi dall’operazione di pulizia straordinaria della città voluta dal sindaco Gualtieri, Roma ripiomba nell’incubo emergenza rifiuti. Magari non da domani, ma già da mercoledì sarà alto il rischio di rivedere le montagne di sacchi intorno alle postazioni di cassonetti. Con la chiusura della discarica di Roncigliano (Albano), disposta dalla Procura di Velletri per presunte irregolarità amministrative, manca infatti lo sbocco per smaltire circa mille tonnellate di scarti di rifiuti al giorno, il 70% dei quali provenienti dagli impianti Tmb di Malagrotta. Ma trattandosi di mille tonnellate di scarti di rifiuti lavorati nei Tmb, questo significa che siano almeno il doppio, duemila, le tonnellate di rifiuto tal quale che non potrà essere portato a trattamento ogni giorno. Rifiuti per i quali adesso occorrerà trovare degli sbocchi in un rebus che sta impegnando l’Ama, la Città metropolitana di Roma e l’assessorato capitolino all’Ambiente. In alternativa, i camion compattatori saranno costretti a saltare giri di raccolta con la conseguente formazione dei mucchi di rifiuti sulle strade e sui marciapiedi. L’idea è quella di incrementare la quantità di rifiuti che attualmente viene inviata in lavorazione ai Tmb fuori Roma, come quelli a Mantova, in Abruzzo, ad Aprilia e all’estero in Olanda, ovviamente incrementando i costi di trasporto.
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Tra le ipotesi anche quella che i rifiuti vengano inviati a Viterbo nella discarica di Monterazzano, sempre di proprietà del gruppo Cerroni, dove già nei mesi scorsi, per effetto di una serie di ordinanze della Regione Lazio sono arrivate tonnellate di rifiuti della Capitale e delle altre province laziali. Inoltre, si sta pensando anche di riattivare temporaneamente il sito di trasferenza di Ponte Malnome, nella Valle Galeria. In questo modo sarebbe possibile «parcheggiare» circa 300 tonnellate di immondizia ogni 48 ore, alleggerendo così il lavoro dei Tmb. Per la giornata di domani non dovrebbero esserci particolari problemi come detto, perché nei fine settimana la discarica di Albano è comunque chiusa. Ma già nei giorni successivi il peggioramento sarà inevitabile, anche perché il piano messo in campo non copre tutta la quantità di rifiuti «persi». Ecco così che in Campidoglio come all’Ama si confida in una soluzione «giuridica» della vicenda. Il provvedimento del Tribunale di Velletri sulla discarica di Albano infatti non riguarda l'ordinanza del sindaco Gualtieri che ha prorogato il conferimento fino a luglio, ma è relativo alla presunta mancanza da parte della proprietà della fideiussione per la bonifica «post mortem». Si confida insomma che il Riesame accolga il ricorso dei gestori della discarica e ne disponga la riapertura in tempi rapidissimi.