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Il Campidoglio rimuove i manifesti anti-aborto. E Pro Vita minaccia: "Ci vediamo in tribunale"

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A Roma scoppia la guerra dei manifesti anti-aborto. La campagna di affissioni lanciata da Pro Vita in occasione dell'8 marzo "Potere alle donne? Fatele nascere" ha fatto esplodere la rivolta di Pd e M5s. Al punto che il Campidoglio ha ordinato la rimozione dei manifesti. Creando un vero e proprio caso.

«Abbiamo disposto la rimozione dei cartelloni della campagna Pro Vita, per violazione dell’articolo 12 bis sul regolamento per le affissioni. È infatti vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile e il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici» afferma l’assessora capitolina alle Attività Produttive e Pari Opportunita Monica Lucarelli. «Come amministrazione siamo sempre stati attenti e rigorosi - prosegue - sui messaggi pubblicitari. In ordine di tempo, proprio la scorsa settimana, abbiamo fatto rimuovere tutti i manifesti pubblicitari di una campagna pubblicitaria che utilizzava doppi sensi sessisti».

Non si è fatta attendere la reazione dell'associazione: "Siamo pronti a denunciare il Comune di Roma in sede penale per il reato di asportazione, distruzione o deterioramento di stampati se proveranno a rimuovere i nostri manifesti affissi in città, come ha annunciato di voler fare l’Assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità Monica Lucarelli. Le nostre affissioni sono prodotti di stampa tutelati a tutti gli effetti dall’art. 21, comma 2 della Costituzione e dalle norme in materia, che il Comune deve rispettare. Difenderemo la nostra libertà di espressione in tutte le sedi giudiziarie». Così Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, risponde all’annuncio da parte dell’Assessore Lucarelli di aver disposto la rimozione dei manifesti affissi a Roma e in altre città italiane dall’associazione pro-life in vista dell’8 marzo, che raffigurano una bimba nel grembo materno accanto allo slogan: «Potere alle donne? Facciamole nascere!».

Nelle scorse ore a Roma alcuni dei manifesti sono già stati imbrattati da collettivi femministi. «Secondo l’Assessore Lucarelli - prosegue Coghe - i nostri manifesti violerebbero i regolamenti comunali per il loro contenuto violento, sessista e lesivo della dignità e dei diritti personali. Cosa c’è di offensivo nel chiedere che al mondo nascano più donne? A Roma è vietato ogni discorso anche solo indirettamente collegato all’aborto? Queste sono censure degne di un regime totalitario. Il Sindaco Gualtieri freni gli istinti autoritari dell’estrema sinistra o il Comune ne risponderà in tutte le sedi giudiziarie: penale, civile e amministrativa. Noi andremo avanti».

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