l'emergenza

Covid, all'ospedale San Giovanni a Roma il primo bando per assumere medici stranieri

Massimiliano Gobbi

È l'Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata la prima della Regione Lazio a bandire una manifestazione di interesse per il reclutamento di medici stranieri extra UE grazie all'accordo sottoscritto dalla Regione con AMSI (Associazione Medici di origine Straniera in Italia), che va nella direzione di integrare i professionisti stranieri cittadini di Paesi extra UE. Quindi, ad appena due settimane dalla delibera che ha dato il via alla selezione di medici stranieri iscritti a ordini in Italia, si parte con il primo reclutamento.

Il 18 maggio scorso infatti, in Giunta regionale era stata approvato l'atto che consentiva, recependo il cosiddetto decreto "Cura Italia", di aprire ai bandi per assunzioni temporanee del personale medico anche tra i cittadini di Paesi extra UE che siano titolari di permesso di soggiorno e che siano iscritti ad Ordini professionali del nostro Paese, che quindi già esercitano la professione medica e padroneggiano la lingua italiana.

  

Il passo è stato breve e lo descrive così l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato:  "E’ una grande opportunità in un momento di emergenza. Si tratta di una platea professionalmente preparata a cui fino ad oggi era precluso l'accesso nel sistema pubblico. Sarà predisposta una selezione del profilo di dirigente medico disciplina medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza. "Questo – ha dichiarato anche Tiziana Frittelli Direttore generale dell'AO San Giovanni Addolorata – ci aiuterà ad assicurare e migliorare l’erogazione dell’attività sanitaria, fronteggiando in sicurezza il perdurante stato di emergenza”.

"La delibera regionale, così come la collaborazione con AMSI – ha commentato Foad Aodi, presidente di AMSI e dell’Unione medica euromediterranea (Umem) – costituiscono un grande risultato soprattutto a favore della tutela della salute dei cittadini, oltre che un importante passo in avanti a favore dei diritti. Nei nostri paesi (Africa, Asia, Sud America e Paesi Arabi) è stata denominata la 'delibera del principio' contribuendo ad incrementare le richieste di informazione da parte dei medici stranieri per venire in Italia rispetto ad altri paesi europei. La nostra prossima sfida è poter arrivare ad una legge nazionale che consenta ai professionisti della sanità già presenti in Italia di svolgere concorsi pubblici senza l'obbligo della cittadinanza, snellendo le procedure relative al permesso di soggiorno e riconoscendo i titoli professionali conseguiti all’estero di chi desidera lavorare in Italia. Questo sarebbe un reale contributo alla mancanza cronica di medici ed infermieri in Italia”.

Su diverse posizioni la Lega, che attraverso il consigliere regionale Daniele Giannini, membro della Commissione Sanità, ha commentato così: "Innegabile è al giorno d'oggi la carenza di medici in tutte le strutture sanitarie del Lazio e del Paese in generale, a causa anche della pioggia di pensionamenti e alla contingenza pandemica, ma altrettanto vero è che la strada non può essere solo ed esclusivamente quella di attingere all'estero per trovare nuovi professionisti. Per prima cosa - prosegue il consigliere - a più di vent'anni dalla sua entrata in vigore, si cancelli il numero chiuso per l'accesso alle facoltà di medicina, un'assurdità che solo quest'anno ha visto respinti dalla possibilità di frequentare il corso di laurea in Medicina e Chirurgia decine e decine di migliaia di potenziali studenti da tutta Italia. Ma non basta, il ministro della Salute Speranza incrementi i finanziamenti per le borse di studio dedicate agli specializzandi, eliminando quell'effetto imbuto in cui si trovano oggi gli aspiranti strutturati e anticipi la fine dei corsi di formazione attraverso l'aumento dei tirocini professionalizzanti e del massimale degli aventi diritto. C'è un grandissimo numero di nostri ragazzi e ragazze pronti a mettersi al servizio dei pazienti nei prossimi anni, si punti con forza su di loro - conclude Giannini - evitando così anche la fuga di cervelli all'estero, evento sempre meno raro in tante regioni italiane, tra cui il Lazio".