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Tamponi, caos a scuola. Presidi contro Asl: "Gestione folle"

Valentina Conti
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Prende le mosse dal rapporto con le Aziende sanitarie locali il j' accuse dei presidi romani e del Lazio sulla gestione dei casi Covid a scuola. In una lettera aperta indirizzata alla Regione pubblicata sabato sul sito dell'Associazione Nazionale Presidi del Lazio, premettendo la continua collaborazione sull'emergenza Coronavirus da parte degli istituti, i presidenti del Lazio e della sezione di Roma del sindacato, Cristina Costarelli e Mario Rusconi, evidenziano a chiare lettere come «dagli ultimi protocolli inviati dalla Asl alle scuole si stiano spostando sugli istituti ulteriori azioni che non competono loro per quanto indicato nella circolare dello scorso 8 gennaio». Quella, cioè, in cui vengono distinte propriamente le responsabilità dei dirigenti scolastici da quelle dei sanitari. «Tali protocolli - spiegano- delegano alle scuole, illegittimamente, le azioni di sorveglianza sanitaria, che invece spettano alle Asl».

Tratteggiano un quadro a tinte fosche i due capi di istituto dettagliando la delicata situazione su cui chiedono un rapido riscontro e la convocazione di un incontro di confronto. La lista delle criticità rilevate nell'iter di gestione è non poco articolata. Partendo dalle indicazioni di alcune Asl che prevedono che le scuole inviino autonomamente le disposizioni di sorveglianza con testing. «Le scuole si trovano a dover decidere in autonomia e a dover comunicare le date della sorveglianza con testing - scrivono Costarelli e Rusconi - inoltre le Asl non vogliono ricevere segnalazioni per un caso di positività, ma poi chiedono report settimanali delle classi in sorveglianza, non previsti dalla circolare».

E ancora: «Alle scuole viene delegato il compito di dare indicazioni sulla somministrazione dei tamponi, cosa che non rientra nelle loro competenze». Non da ultimo gli esiti dei tamponi previsti dalla sorveglianza T0 e T5 che «arrivano spesso in tarda serata come le comunicazioni di positività». La richiesta su questo punto è la formalizzazione di un orario da comunicare alle famiglie entro cui debbano essere ricevuti gli esiti dalle scuole per la definizione delle attività didattiche per il giorno successivo («la scuola non può porre un limite su argomento di tipo sanitario», viene rimarcato).

«Se il carico attuale è insostenibile per le Asl (in una comunicazione da Asl alle scuole si legge: "La Asl non assicura, temporaneamente, l'attuazione della gestione operativa dei casi positivi e contatti secondo le tempistiche previste"), ciò non significa - concludono i presidenti Costarelli e Rusconi- che debba essere indebitamente "scaricato" sulle scuole, già impegnate ben oltre quanto possa essere loro richiesto, sette giorni su sette, dalla mattina alla tarda serata».

Del resto, il planning dei dirigenti scolastici si incrementa ogni giorno di più. Dal far fronte alla carenza di personale ai docenti e Ata fragili non immunizzati per comprovati problemi di salute. Quelli per cui serve ingegnarsi a dovere, assieme ai soggetti preposti, per studiare mansioni e spazi opportuni all'interno dei plessi dove «collocarli».

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